Novità positive per gli enti del Terzo Settore dal “Decreto crescita”: prorogata la scadenza per gli adeguamenti statutari e alleggeriti gli obblighi di trasparenza

È stata approvata in via definitiva, ed è stata già pubblicata in Gazzetta Ufficiale, la legge 28 giugno 2019, n. 58, di conversione, con modificazioni, del decreto legge n. 34/2019, contenente, tra l’altro, significative novità per il Terzo settore.

Quando ormai era imminente la scadenza del 2 agosto 2019 – termine entro cui gli enti del Terzo settore costituiti prima del 3 agosto 2017 avrebbero dovuto ottemperare all’obbligo di adeguare i propri statuti al nuovo quadro normativo – ecco che sopraggiunge la proroga del termine di scadenza per gli adeguamenti statutari, anche se questa è soltanto una delle novità introdotte dal decreto.

Qui di seguito, le nuove indicazioni “temporali” contenute nel testo del decreto:
i) prorogato al 30 giugno 2020 il termine per adeguare gli statuti di ONLUS, Organizzazioni di volontariato ed Associazioni di promozione sociale;
ii) “riaperto”, di fatto, il termine di adeguamento, già scaduto il 19 febbraio 2019, per le imprese sociali, le quali potranno anch’esse osservare la data del 30 giugno 2020.
L’art. 43, comma 4-bis, del decreto ha infatti stabilito che “in deroga a quanto previsto dall’articolo 101, comma 2, del codice del Terzo settore, di cui al decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117, i termini per l’adeguamento degli statuti delle bande musicali, delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale, delle organizzazioni di volontariato e delle associazioni di promozione sociale sono prorogati al 30 giugno 2020. Il termine per il medesimo adeguamento da parte delle imprese sociali, in deroga a quanto previsto dall’articolo 17, comma 3, del decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 112, è differito al 30 giugno 2020”.
Nonostante il tempo a disposizione sia adesso maggiore, rimane tuttavia consigliabile non rinviare senza ragione la procedura di adeguamento e dunque “mettersi in regola” il più presto possibile, soprattutto qualora l’adeguamento alla nuova normativa non presenti per gli enti interessati particolari difficoltà o il compimento di chissà quali scelte. Adeguandosi, infatti, gli enti non andranno incontro a nessuna potenziale conseguenza negativa (in sede di eventuali controlli). Essi, per di più, potranno avvantaggiarsi dell’intervenuto adeguamento in sede di “trasmigrazione” nel Registro unico, se davvero esso avverrà nel marzo del 2020, come sembra dalle notizie che circolano a tal riguardo.

Il “decreto crescita” contiene, inoltre, anche importanti novità riguardanti gli obblighi di trasparenza relativi alla pubblicazione di somme ricevute da enti pubblici.
Tali obblighi sono stati introdotti, per la prima volta, dai commi 125 129 dell’articolo 1 della legge 4 agosto 2017, n. 124. Il decreto ha, su questo versante, profondamente modificato la precedente disciplina:
– è stato modificato il termine di pubblicazione che l’ente dovrà rispettare: la data del “28 febbraio” è stata sostituita con quella del 30 giugno di ogni anno (con riferimento ai contribuiti ricevuti l’anno precedente). Gli enti che non avessero ancora effettuato la pubblicazione dovuta potrebbero dunque mettersi in regola al più presto;
– in relazione all’oggetto della pubblicazione, dovranno essere pubblicate soltanto le informazioni relative a sovvenzioni, sussidi, vantaggi, contributi o aiuti, in denaro o in natura, ricevuti da pubbliche amministrazioni, sempre che: a) non abbiano carattere generale; b) non abbiano natura corrispettiva, retributiva o risarcitoria; c) siano di importo non inferiore a 10.000 € (quest’ultima soglia è rimasta invariata);
– quanto alle modalità di pubblicazione, i soggetti che svolgono attività commerciali (ad esempio le imprese sociali) devono dare conto di questi contributi nella nota integrativa al proprio bilancio ovvero nel proprio sito Internet o in analoghi portali digitali qualora redigano il bilancio in forma abbreviata ai sensi dell’art. 2435-bis del codice civile (o siano comunque non tenuti alla redazione della nota integrativa al bilancio). Tutti gli altri soggetti obbligati (associazioni e fondazioni) devono pubblicarli nel proprio sito Internet o in analoghi portali digitali. Una regola particolare vale per le cooperative sociali che svolgono attività a favore degli stranieri: esse sono altresì tenute a pubblicare trimestralmente nei propri siti internet o portali digitali l’elenco dei soggetti a cui sono versate somme per lo svolgimento di servizi finalizzati ad attività di integrazione, assistenza e protezione sociale.
– anche il regime delle sanzioni, prima lacunoso, vede alcune novità: si prevede infatti adesso che, a partire dall’1 gennaio 2020, l’inosservanza degli obblighi comporta una sanzione pari all’1 per cento degli importi ricevuti con un importo minimo di 2.000 euro, nonché la sanzione accessoria dell’adempimento agli obblighi di pubblicazione. Decorsi 90 giorni dalla contestazione senza che il trasgressore abbia ottemperato agli obblighi di pubblicazione e al pagamento della sanzione amministrativa pecuniaria, si applica la sanzione della restituzione integrale del beneficio ai soggetti eroganti. Le sanzioni sono irrogate dalle pubbliche amministrazioni che hanno erogato il beneficio oppure dall’amministrazione vigilante o competente per materia.
Sempre in materia di trasparenza, il “decreto crescita” ha finalmente escluso gli enti del Terzo settore (nonché le fondazioni, le associazioni, i comitati appartenenti alle confessioni religiose con le quali lo Stato ha stipulato patti, accordi o intese) dall’ambito di applicazione del c.d. provvedimento “spazzacorrotti”, che aveva finito per equiparare ai partiti politici tutte le associazioni e fondazioni, sol che fosse accertato un loro qualche “collegamento” con la persona di un politico o ex-politico, incluse le associazioni e le fondazioni del Terzo settore, su cui già gravano numerosi obblighi di trasparenza per effetto della nuova normativa. 
Il provvedimento aveva suscitato molto clamore e preoccupazione nel mondo del Terzo settore.
Il decreto contiene inoltre disposizioni di “semplificazione” degli adempimenti per la gestione degli enti del Terzo settore, e chiarisce, opportunamente, che “fino all’operatività del Registro unico nazionale del Terzo settore di cui all’articolo 45 del decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117, il requisito dell’iscrizione nel predetto registro (…) s’intende soddisfatto con l’iscrizione in uno dei registri previsti dalle normative di settore, ai sensi dell’articolo 101, comma 3, del decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117”. Tali registri transitoriamente “equipollenti” sono i registri (regionali) delle ODV, i registri (regionali e nazionale) delle APS e l’anagrafe delle ONLUS.

Il decreto crescita, amplia, infine, la platea dei potenziali beneficiari della “decommercializzazione” di cui all’art. 89, comma 4, del Codice del Terzo settore: tale modifica ripristina, di fatto, l’originaria formulazione dell’art. 148, comma 3, TUIR, aggiungendo una nuova categoria di soggetti. In sostanza oggi, l’art. 148, comma 3, TUIR, si applica ad “associazioni politiche, sindacali e di categoria, religiose, assistenziali, culturali, sportive dilettantistiche, di promozione sociale e di formazione extra-scolastica della persona”, nonché alle “strutture periferiche di natura privatistica necessarie agli enti pubblici non economici”.

Decreto Rilancio: quali misure a favore del Terzo Settore

Ieri sera è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale l’atteso Decreto Legge 34/2020  “Rilancio”. Previste misure a favore degli ETS.

MISURE DIRETTAMENTE RIVOLTE AGLI ENTI DEL TERZO SETTORE

art 77 – Modifiche all’art 43 DL 18/2020
I contributi alle imprese per la sicurezza e potenziamento dei presidi sanitari sono estesi anche agli Enti del Terzo settore

art 67 – Incremento Fondo Terzo settore
La seconda sezione (fondo non rotativo) del Fondo di cui all’articolo 72 D Lgs 117/17 è incrementata di 100 milioni di euro per l’anno 2020.

art 125 – Credito imposta per sanificazione ambienti di lavoro 
Modifiche all’articolo 64 estendendo il credito di imposta per le spese di sanificazione degli ambienti di lavoro in favore degli enti del terzo settore.

art 156 – Cinque per mille
Accelerazione delle procedure di riparto del cinque per mille per l’esercizio finanziario 2019

art 246 – Sostegno agli enti del Terzo settore del Mezzogiorno
100 milioni € per l’anno 2020, di cui 20 milioni riservati ad interventi per il contrasto alla povertà educativa, e 20 mln per il 2021

ALTRE MISURE CHE POSSONO COINVOLGERE ANCHE GLI ENTI DEL TERZO SETTORE O I VOLONTARI, DIPENDENTI O DESTINATARI DELLE ATTIVITÁ

art 15 – Incremento del fondo servizio civile (+ 20 mln€)

art 24 – Soppressione del versamento saldo 2019 e acconto 2020 IRAP.
Tale misura riguarda anche gli ETS

art 25 – Contributo a fondo perduto ai soggetti titolari di reddito d’impresa, titolari di partita IVA.
Sono compresi anche gli enti non commerciali, compresi gli enti del terzo settore e gli enti religiosi civilmente riconosciuti, in relazione allo svolgimento di attività commerciali. (cfr relazione illustrativa)

art 28 – Agevolazioni affitti: credito d’imposta nella misura del 60 per cento.
Spetta anche (comma 4) agli enti non commerciali, compresi gli enti del terzo settore e gli enti religiosi civilmente riconosciuti, in relazione al canone di locazione [di leasing o di concessione] di immobili ad uso non abitativo destinati allo svolgimento dell’attività istituzionale.
Condizione: che i soggetti locatari abbiano subito una diminuzione del fatturato o dei corrispettivi nel mese di aprile 2020 di almeno il 50 per cento rispetto allo stesso mese del periodo d’imposta precedente.

art 38 – Rafforzamento dell’ecosistema delle start up innovative
Fra altro, previsti finanziamenti a fondo perduto;  Il comma 8 riserva una quota di 200 milioni di euro del fondo di garanzia PMI in favore delle start up innovative

art 66 – Modifica a art 16 DL 18/2020
PI: le mascherine chirurgiche sono considerati DPI, oltre che per i lavoratori, anche per ii volontari, sanitari e non,  che nello svolgimento della loro attività sono oggettivamente impossibilitati a mantenere la distanza interpersonale di un metro.

art 70 – Prolungata la Cassa Integrazione in Deroga, anche per i lavoratori degli ETS

art 72 – Modifiche agli articoli 23 e 25 del DL 18/2020: congedi per i dipendenti.
congedi vengono estesi in caso di figli sino a 16 anni (e non più solo 12).
Estensione del bonus baby sitting da 600 q 1200 € e fruibili anche per servizi integrativi per l’infanzia, servizi socio educativi territoriali, centri con funzione educativa e ricreativa e ai servizi integrativi o innovativi per la prima infanzia”

art 73 – Modifiche all’art 24 DL 18/2020
Estensione durata permessi retribuiti ex art. 33, legge 5 febbraio 1992, n. 104. Sono previsti 12 gg per i mesi di maggio e giugno

art 75 – Precisato che le diverse indennità di cui agli art 27, 28, 29 e 30, 38 e 44 sono cumulabili con l’assegno ordinario di invalidità

art 76 – Reddito di cittadinanza
Prolungata la sospensione le condizionalità da 2 a 4 mesi

art 82 – Introduzione del Reddito di emergenza REM

art 83 – Disposizioni per i datori di lavoro pubblici e privati per assicurare la sorveglianza sanitaria eccezionale dei lavoratori maggiormente esposti a rischio di contagio

art 84 – Nuove indennità per i lavoratori danneggiati dall’emergenza epidemiologica da COVID-19 (p. IVA, lavoratori spettacolo, etc.)

art 85 – Indennità per i lavoratori domestici

art 86 – Precisato che le diverse indennità di cui agli art 79, 80, 81 e 95 sono cumulabili con l’assegno ordinario di invalidità

art 88 – Fondo nuove competenze
Attivato uno specifico fondo formazione a favore dei lavoratori

art 89 – Norme in materia di fondi sociali e servizi sociali: accelerazione uso dei Fondo Politiche sociali, non autosufficienza
Riconosciuti i costi di riprogettazione dei servizi, dotazioni DPI, etc.; coprogettazioni, etc.

art 90 – Diritto al lavoro agile per tutti i lavoratori con figli minori di 14 anni

art 97 -Semplificazioni relative alle prestazioni del Fondo di garanzia PMI

art 98 – Disposizioni in materia di lavoratori sportivi: Prolungamento del sostegno economico per i mesi di aprile e maggio.

art 103 – Emersione dei rapporti di lavoro per concludere un contratto di lavoro subordinato con cittadini stranieri presenti sul territorio nazionale

art 104 – Assistenza e servizi per la disabilità.
Stanziati 130 mln€

art 105 – Finanziamento dei centri estivi 2020 e contrasto alla povertà educativa.
Stanziati 150 mln€

art 120 – Credito d’imposta per l’adeguamento degli ambienti di lavoro: credito d’imposta in misura pari all’80 % anche alle associazioni, alle fondazioni e agli altri enti privati, compresi gli enti del Terzo del settore

art 126 – Modifiche all’art. 62 del decreto legge 17 marzo 2020, n. 18
Sospensione dei termini degli adempimenti e dei versamenti fiscali e contributivi

art 176- 184 – Misure per il turismo e la cultura. Istituiti diversi fondi con dotazioni di alcune centinaia di mln€

art 217 – Disposizioni in tema di impianti sportivi. Modifiche All’art. 95, comma 1, del decreto legge 17 marzo 2020, n. 18: riguarda anche le associazioni sportive

art 226 – Fondo emergenza alimentare. incrementato di 250 milioni di euro per l’anno 2020

art 227 – 229 – Misure per l’ambiente

art 230 – 238 – Misure per l’istruzione

art 233 – Misure di sostegno economico al sistema integrato da zero a sei anni

Terzo Settore: gli articoli nel decreto Rilancio Italia

Rifinanziamento per 100 milioni di euro del fondo per le attività delle associazioni, un fondo specifico per aiutare nel post emergenza il Terzo settore del Mezzogiorno, ulteriori risorse per interventi di contrasto alla povertà educativa nelle regioni del Mezzogiorno.

Una boccata d'ossigeno per un settore importante, strategico per la ripartenza dell'Italia, ma fortemente colpito dall'emergenza e dalla conseguente crisi.
Nei 256 articoli che scorrono lungo le 464 pagine del decreto Rilancio, la dicitura “Terzo settore” compare nei seguenti articoli:

– Art 31 (Credito d’imposta per i canoni di locazione degli immobili a uso non abitativo, affitto d’azienda e cessione del credito), comma 4: “Il credito d'imposta di cui al comma 1 spetta anche agli enti non commerciali, compresi gli enti del terzo settore e gli enti religiosi civilmente riconosciuti, in relazione al canone di locazione, di leasing o di concessione di immobili ad uso non abitativo destinati allo svolgimento dell’attività istituzionale”. 

– Art 80 (Modifiche all’articolo 43 in materia di contributi per la sicurezza e il potenziamento dei presidi sanitari in favore di enti del Terzo settore). Viene modificato l’articolo 43 del Cura Italia in materia di contributi per la sicurezza e il potenziamento dei presidi sanitari estendendo la disciplina anche in favore di enti del terzo settore.

Art 106 (Disposizioni in materia di Terzo settore): come richiesto dal non profit italiano vengono finalmente estese in favore degli enti non commerciali, compresi gli enti del terzo settore e gli enti religiosi civilmente riconosciuti che svolgono attività di interesse generale non in regime d’impresa, le misure temporanee per il sostegno alla liquidità di cui all’articolo 1, del decreto- legge Liquidità, n. 23 (8 aprile del 2020).

Art 107 (Incremento Fondo Terzo settore). Previsto un incremento di 100 milioni di euro della prima sezione del Fondo Terzo settore, ex articolo 72 del d.lgs. n.117 del 2017, al fine di sostenere interventi delle organizzazioni di volontariato, delle associazioni di promozione sociale e delle fondazioni del Terzo settore, volti a fronteggiare le emergenze sociali ed assistenziali determinate dall’epidemia di COVID -19.

Art 128 bis (Credito d'imposta per l’adeguamento degli ambienti di lavoro). Comma 1: “Al fine di sostenere ed incentivare l'adozione di misure legate alla necessità di adeguare i processi produttivi e gli ambienti di lavoro, ai soggetti esercenti attività d'impresa, arte o professione in luoghi aperti al pubblico [indicati nell’allegato], [alle associazioni, alle fondazioni e agli altri enti privati, compresi gli enti del Terzo del settore,] è riconosciuto un credito d'imposta in misura pari al 60 per cento delle spese sostenute nel 2020, per un massimo di 80.000 euro, in relazione agli interventi necessari per far rispettare le prescrizioni sanitarie e le misure di contenimento contro la diffusione del virus COVID-19”.

Art 130 ter (Modifiche all’articolo 64 in materia di credito di imposta per le spese di sanificazione degli ambienti di lavoro in favore degli enti del terzo settore). Reca modifiche all’art 64 del Cura Italia estendendo il credito di imposta per le spese di sanificazione degli ambienti di lavoro in favore degli enti del terzo settore.

Art 130 quater (Credito d'imposta per la sanificazione degli ambienti di lavoro): “Al fine di favorire l'adozione di misure dirette a contenere e contrastare la diffusione del virus Covid-19, ai soggetti esercenti arti e professioni, agli enti non commerciali, compresi gli enti del Terzo del settore e gli enti religiosi civilmente riconosciuti, spetta un credito d'imposta in misura pari al 60 per cento delle spese sostenute nel 2020 per la sanificazione degli ambienti e degli strumenti utilizzati, nonché per l'acquisto di dispositivi di protezione individuale e di altri dispositivi atti a garantire la salute dei lavoratori e degli utenti. Il credito d’imposta spetta fino ad un massimo di 60.000 euro per ciascun beneficiario, nel limite complessivo di 200 milioni di euro per l’anno 2020”.

Art 167 (Accelerazione delle procedure di riparto del cinque per mille per l’esercizio finanziario 2019). Viene recepita la campagna di Vita a favore dell’anticipo della liquidazione del 5 per mille 2019. Dice la relazione illustrativa: “Al fine di far fronte alle difficoltà rilevate dagli enti del terzo settore che svolgono attività di rilevante interesse sociale e all’imminente esigenza di liquidità evidenziata a seguito dell’emergenza sanitaria Covid-19, la norma proposta anticipa al 2020 l’erogazione del contributo del cinque per mille relativo all’anno finanziario 2019. A tal fine la disposizione accelera le procedure di erogazione del contributo, stabilendo che nella ripartizione dello stesso non si tiene conto delle dichiarazioni dei redditi presentate ai sensi dell'articolo 2, commi 7 e 8, del regolamento di cui al DPR n. 322 del 1998. Conseguentemente l’Agenzia delle entrate provvede alla pubblicazione sul proprio sito istituzionale degli elenchi degli enti ammessi e di quelli esclusi dal beneficio entro il 31 luglio 2020 e le amministrazioni competenti (Ministero del lavoro e delle politiche, Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, Ministero della salute, Ministero dell’interno, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo, Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare) procedono alla erogazione del contributo entro il successivo 31 ottobre”.

Art 236 (Sostegno al Terzo settore nelle Regioni del Mezzogiorno). La norma prevede la concessione di un contributo in favore degli Enti operanti nel Terzo Settore nelle Regioni del Mezzogiorno, allo scopo di fronteggiare gli effetti dell’emergenza Covid-19. Lo stanziamento complessivo per la misura, a valere sul Fondo per lo sviluppo e la coesione, è pari ad euro 120 milioni per l’anno 2020, di cui 20 milioni riservati ad interventi per il contrasto alla povertà educativa. La norma individua quale soggetto attuatore della misura l’Agenzia per la Coesione territoriale. A tal fine, l’Agenzia per la Coesione territoriale provvederà ad indire uno o più avvisi pubblici finalizzati all’assegnazione di un contributo a fondo perduto agli Enti del Terzo settore operanti nelle aree di attività di interesse generale richiamate nel comma 3, nel rispetto dei principi di trasparenza e parità di trattamento. L’Agenzia per la Coesione territoriale provvede a definire le finalità degli interventi da finanziare, le categorie di enti a cui sono rivolti, i requisiti di accesso al contributo, nonché i costi ammissibili e le percentuali di copertura tramite il contributo.

Coronavirus, ASI scrive alla ministra Catalfo. Otto proposte per il Terzo Settore

Riportiamo a seguire la nota stampa che ha accompagnato l'invio della lettera indirizzata alla ministra Catalfo da parte del presidente ASI Claudio Barbaro. La lettera contiene una serie di proposte di politiche sociali da inserire nel c.d. "drecreto di aprile" per sostenere il terzo settore durante l'emergenza portata dal Coronavirus e per coinvolgerlo nella fase post emergenziale.

 

Coronavirus, Barbaro: lettera alla ministra Catalfo con otto proposte per il terzo settore e per le emergenze sociali

“Oggi ho inviato alla ministra del welfare, Nunzia Catalfo, una lettera per chiederle di includere nel prossimo “decreto di aprile” otto proposte concrete per utilizzare al meglio il Terzo Settore nel fronteggiare l’emergenza del Coronavirus. Sono misure pensate per consentire alle associazioni di volontariato e non profit di continuare a operare come promotori di welfare durante e dopo l’emergenza, come parte attiva e protagonista a fianco dello Stato”, ha dichiarato Claudio Barbaro, come Presidente di ASI, Ente di Promozione Sportiva e anche Rete associativa nazionale del Terzo Settore. 

“Le proposte coprono diverse esigenze dell’attuale fase emergenziale: garantire la sicurezza personale ai volontari che operano in ambito socio sanitario dotandoli di DPI al pari degli operatori sanitari; potenziare la capacità di aiuto del Terzo Settore nella distribuzione di generi alimentari e farmaci a famiglie e soggetti  fragili; evitare la chiusura delle associazioni estendendo gli ammortizzatori sociali già previsti per marzo, agevolando l'accesso al credito e alla liquidità e accelerando l'erogazione delle risorse del 5×1000; erogando subito i fondi già stanziati per il 2018 e 2019 per i progetti di rilevanza nazionale delle Associazioni di Promozione Sociale (APS)”.
 
“Ma il Terzo Settore può fare molto anche per la ripartenza economica e sociale del Paese, come serbatoio di energie del privato sociale, dell’associazionismo e del volontariato. Ecco perché abbiamo voluto anche segnalare al Ministero la necessità di accelerare al massimo e semplificare l’emanazione del bando2020 per i progetti nazionali e regionali del Terzo Settore finalizzandoli alle urgenze sociali create dall’epidemia e di accogliere l’idea della “Fondazione Con il Sud” di istituire un Fondo per il Terzo Settore che, anche con l’utilizzo dei fondi strutturali europei, finanzi programmi pluriennali per lo sviluppo del welfare sussidiario”.
 
“Abbiamo avvertito la necessità di avanzare queste proposte perché ci rendiamo conto che il Governo, al di là della retorica sulla gratitudine verso il volontariato, non ha, sino ad oggi, dimostrato di comprendere l’importanza di affiancare agli interventi dello Stato e degli Enti Locali tutte le energie e le potenzialità che vengono dalla società civile organizzata, applicando seriamente quel principio di sussidiarietà che viene sempre invocato e poi tradito nei momenti di fare le scelte politiche concrete”.

 

In calce leggi la lettera inviata alla ministra Catalfo con otto proposte per il terzo settore e per le emergenze sociali

Terzo Settore, dignità calpestata. E sullo sport provvedimenti insufficienti – VIDEO –

L'intervento di Claudio Barbaro in Senato.
8 aprile 2020.

 

Non è momento dei sofismi, dobbiamo dare risposte al Paese, è il momento delle assunzioni delle responsabilità. Noi come Lega, ma estendo tutto ragionamento anche ai colleghi del Centrodestra, siamo stati coscenziosi. Non abbiamo portato avanti alcuna maniera ostruzionistica e siamo stati responsabili. Credo che di questo bisogna darcene atto.
Dall’altra parte c’è un’altra responsabilità che invece incombe su di voi che è quella non solo di non aver condiviso il provvedimento, ma addirittura di averlo blindato con la fiducia.
E allora oggi noi ci troviamo qui impotenti a dare dei contributi nel merito di quello che è il provvedimento; un merito che abbiamo discusso in lungo e in largo in Commissione. Lo abbiamo fatto anche oggi in Aula. 
È stata bravissima la mia collega senatrice Nisini a richiamare la stragrande maggioranza degli articoli, degli emendamenti sui quali ci siamo soffermati e sui quali abbiamo presentato gli emendamenti come Lega. Ma credo sia inutile andare ora a far una sintesi di quello che è stato detto. Ci porterebbe via tempo e non ci porterebbe da nessuna parte. Credo ci sia soltanto un modo per fare sintesi ed è l’unica idea che mi viene in mente: ad oggi, rispetto a tutte le criticità che abbiamo evidenziato nel provvedimento, abbiamo una sola certezza. Ad oggi nelle tasche dei cittadini italiani non è entrato neanche un euro.
A ciò se ne aggiunga un’altra di considerazione. Da un mese le nostre vite sono condizionate dal male endemico di questo Paese ovvero dalla burocrazia. Un male che dovremmo estirpare. Devo dare atto a qualche collega della maggioranza che si è espresso sul tema e questo mi fa immensamente piacere perché il film che abbiamo visto in questo mese è veramente un film dell’orrore.
Siamo stati travolti da decine di provvedimenti, i cittadini e le imprese sono stati confusi nell’orientarsi nella miriade di disposizioni emesse. Con il solo risultato di creare confusione. E da questo punto di vista mi preme quindi ribadire che la situazione è stata aggravata anche dall’incapacità del Governo di non aver saputo porre freno alla burocrazia.
Esaurita questa premessa vorrei soffermarmi su due argomenti che mi stanno particolarmente a cuore.

Il primo argomento non credo debba necessariamente ricomprendersi nelle dinamiche di aspetti settoriali, perché fa esplicito riferimento alla situazione emergenziale che è sotto gli occhi di tutti e che stiamo vivendo. A tal proposito c’è stato infatti un grandissimo contributo del terzo settore, del volontariato, delle associazioni: tutto il mondo del no-profit è stato essenziale in questa fase di emergenza per l’Italia. Ebbene, qual è stata la risposta del provvedimento? Un solo articolo ha parlato delle dinamiche del terzo settore; badate bene, si tratta di un articolo che non ha nessuna copertura di spesa, perché si riferisce essenzialmente alla possibilità di far svolgere le assemblee online a tutti gli enti del terzo settore. Quindi una dignità calpestata e parliamo di grandi organizzazioni che in questo periodo sono sotto gli occhi di tutti: mi riferisco alla Protezione civile, alla Croce Rossa italiana, alla Caritas; parlo soltanto dei più famosi e mi dispiace di non avere il tempo per poter citare tutti gli altri organismi che hanno avuto la possibilità, e soprattutto la capacità, di dare una mano alla nostra gente in questo momento.
Ripeto, dignità calpestata: un solo articolo nel provvedimento cura Italia per il terzo settore. Calpestate! Le nostre associazioni sono state calpestate, nonostante sia di tutta evidenza il lavoro che stanno sopportando in situazioni davvero difficili.
 
Infine, mi soffermo su un altro comparto del mondo del no-profit, che è quello dello sport dilettantistico: un mondo appunto totalmente no-profit, fatto nella sua stragrande maggioranza di volontari, che assicura attività sportiva a 20 milioni di italiani, che rappresenta il 2% del prodotto interno lordo italiano (il 4%, se consideriamo l’indotto) ed oltre 1 milione di operatori che in questo momento sono a rischio.
Si tratta di un comparto che ci aiuta quotidianamente nel miglioramento della nostra qualità di vita, ma soprattutto abbatte la spesa pubblica. Sotto il profilo sanitario, il fatto che si faccia attività sportiva – è di tuta evidenza che in questi giorni gli italiani la stanno facendo anche all’interno delle proprie abitazioni – è un qualcosa che ci aiuta anche nel contenimento della spesa pubblica.
L’Organizzazione mondiale della Sanità ricorda spesso che la seconda causa di malattia al mondo è la sedentarietà. Pensate quanto sia importante l’attività sportiva in un bilancio pubblico.
All’interno del decreto-legge cura Italia troviamo però soltanto due articoli che si riferiscono a questa materia. Eppure abbiamo un Ministro; allora delle due l’una. O il Ministro non è stato incisivo, oppure il Governo non lo ha neanche ascoltato.
Non voglio nemmeno entrare nel merito di quello che è stato inserito all’interno del decreto relativamente al differimento dei canoni degli impianti sportivi pubblici. La Lega ha presentato un emendamento.
 
Il differimento dei canoni io lo voglio chiamare per quello che effettivamente è: una grande presa in giro. Una grandissima presa in giro. Vi è lo spostamento dei canoni di due mesi, ma con la permanenza dei costi a carico dei soggetti concessionari.
E allora, andiamo ad occuparci dei famosi 50 milioni di euro – su 25 miliardi – che sono stati inseriti nel decreto-legge, per un mondo che è così rappresentativo, come ho descritto nel corso del mio intervento (lo 0,2% dell’intera cifra stanziata)…
 
Vado a concludere, il ministro Spadafora ha detto che è stato rapido, tempestivo ed efficace. Rapido? Sono passati 21 giorni per l’emanazione del decreto attuativo. Tempestivo? Non so cosa voglia dire, ma lo cito a titolo di cronaca, perché secondo me corrisponde alla rapidità. Efficace? Sette pagine di un decreto attuativo che sta mandando in tilt non solo sport e salute, ma tutti gli operatori del mondo dello sport.
Posso tranquillamente dire che il provvedimento, dal nostro punto di vista, è insufficiente per la copertura finanziaria, complicato per le procedure che sono state emanate ed iniquo per la disparità di trattamento. 
Detto ciò, sull’unico segno di vita che c’è stato da parte del Governo per quello che è il mondo dello sport, è bene che in termini di responsabilità, però, gli italiani sappiano a cosa è stato detto di no: è stato detto di no alla sospensione dei canoni per gli impianti sportivi pubblici, è stato detto di no all’aumento della somma necessaria per gli operatori sportivi, è stato detto di no per il credito di imposta per  gli affitti degli impianti privati, è stato detto di no a un segnale minimo a una categoria del mondo dello sport che è in sofferenza, quella degli sport equestri perché alle difficoltà dell’utenza normale, si aggiunge quella del mantenimento dei cavalli.
Allora voglio concludere con un auspicio. Vorrei che tutto quello che abbiamo detto nel corso della trattazione del Cura Italia possa esser preso a prestito per migliorare il prossimo provvedimento e che possa soprattutto andarsi ad aggiungere a un qualcosa che sia in grado di smuovere l’economia, non solo generale del paese, ma nel contesto specifico del mondo dello sport.
Perché di indebitamento l’Italia non ha bisogno.