Lo sport è sempre vissuto sui divieti ai “sessi”. Molte discipline, per decenni, sono state chiude alle donne considerate incapaci di praticare quel gesto tecnico, spesso considerato troppo forzuto, mascolino, poco aggraziato e non adatto al cosiddetto gentil sesso.
Basti pensare al lancio del martello, ai 3000m siepi e soprattutto alla boxe. Nobile arte che “guai, mai e poi mai” andava praticava da delle “femmine”. Cazzotti, pugni, botte e magari del sangue non si consideravano cose da signorine. Poi i tempi fortunatamente cambiano, le menti rinsaviscono e giustamente anche la boxe in rosa è approdata alle Olimpiadi.
La discriminazione, però, non è sempre e solo da un lato come spesso si pensa erroneamente. Non sono solo le donne ad avere avuto molti ostacoli nell’avere la libertà e il diritto di praticare orgogliosamente lo sport che si erano scelti e per cui erano portate.
Certo la discriminazione rivolta verso gli uomini ha sempre creato meno scalpore e la sensibilità riguardo alle loro “battaglie”, non solo in ambito sportivo, è stata inferiore. Perché i maschi non potevano orgogliosamente praticare ginnastica ritmica e nuoto sincronizzato? Due autentici tabù anacronistici nel 2015 e che andavano assolutamente sfatati.
Ci ha pensato la FINA, Federazione Internazionale del Nuoto, istituendo il doppio misto di nuoto sincronizzato ai Mondiali in corso di svolgimento a Kazan (Russia). Qualcosa di storico che ha abbattuto un muro centenario e che ha aperto uno sport squisitamente femminile anche al sesso forte.
In barba agli insulti di qualche incivile che taccerà questi uomini di omosessualità (quasi fosse un peccato). Alla faccia di chi non vorrebbe degli uomini atteggiarsi a danze e balletti (che poi significa sminuire questo sport, visto che è tutto tranne che questo). Memori di quanto succedeva con ballerini e danzatori.
Ad ogni modo l’Italia si è dimostrata subito reattiva alla novità e ieri pomeriggio si è fatta grande. Il nostro Paese, per una volta al passo con i tempi, ha conquistato una meravigliosa medaglia di bronzo iridata grazie al coraggio di un favoloso Giorgio Minisini che a soli 19 anni può vantarsi di avere già acciuffato una sfilza di record: porta al nostro Paese la seconda medaglia mondiale della sua storia nel nuoto sincronizzato, è il primo uomo a salire su un podio iridato in questa specialità (insieme allo statunitense May e al russo Maltsev).
Certo con lui una meravigliosa Manila Flamini, complice e protagonista assoluta di un cambiamento epocale. Perché quanto accaduto ieri in acqua a Kazan è davvero l’emblema dellatanto agognata parità dei sessi. Quantomeno a livello sportivo. Nella speranza che anche la FIG (Federazione Internazionale di Ginnastica) si dia una svegliata sulla ritmica.
Ah, e cosa non da poco, questa gara sarà probabilmente olimpica già a partire da Tokyo 2020! Piace tanto alle tv e questo fa davvero riflettere. Un secolo per abbattere un muro, qualche anno per entrare in Paradiso.
Fonte: oasport.it