Atleti ASI sul podio

Si sono svolti ad Ancona i Campionati Italiani Indoor Master a cui hanno partecipato vari atleti di Società affiliate all’ASI conseguendo risultati di rilievo in varie gare.
Due atleti sono riusciti a vincere il titolo italiano confermando le loro perfomanti qualità, primo fra tutti Mario Longo della Vis Nova Salerno che si imposto nella gara dei metri 60 nella categoria SM55; altra vittoria quella di Alessandra De Roberti della Fiamma Catanzaro prima nel lancio del peso per la categoria SF45.
Due terzi posti hanno completato il podio per gli atleti dell’ASI: Vincenzo Paduano della Atletica La Sbarra di Roma nella gara dei 400 metri per la categoria SM40 e Antonio Gaeta Fausta dell’OSO di Ostia nei 60 piani per la categoria SF40.

Mattia Furlani e Lavinia Paoletti vincono la 53a edizione del Trofeo Bravin

Due intense giornate di gara nelle quali sono stati demoliti diversi record della manifestazione organizzata da ASI che quest’anno è stata abbinata ai Campionati Regionali Fidal della categoria cadetti.

Successo organizzativo e grande partecipazione per l’edizione 53 del Trofeo Giorgio Bravin di atletica leggera, storica manifestazione organizzata da ASI, abbinata quest’anno ai Campionati Regionali Fidal della categoria cadetti.
Oltre 270 atleti hanno dato vita a gare dall’alto valore tecnico che hanno permesso l’abbattimento di numerosi record della manifestazione a testimonianza della bontà del movimento giovanile laziale dal quale stanno per sbocciare numerosi nuovi talenti.

Le parole del nostro Presidente: "Le tante persone accalcate fuori dell'impianto sono testimonianze visibili della voglia e di un entusiasmo che non si sono spenti…".
Alle premiazioni, curate da Sandro Giorgi Presidente di ASI Atletica Roma, è intervenuto il Presidente nazionale dell’ASI Claudio Barbaro “Sono particolarmente soddisfatto della riuscita del Trofeo Bravin, storico evento dell’atletica italiana in un momento così difficile per tutto lo sport italiano. Abbiamo voluto dare un segnale forte di ripartenza. ASI è in prima linea per fare in modo che la filiera sportiva si rimetta in modo compiutamente, come prima della pandemia. Vedere tanta gente accalcata fuori l’impianto, impossibilitata ad entrare ma desiderosa comunque di assistere alle gare, è una grande testimonianza della voglia e di un entusiasmo che non si è spento in questi mesi difficili. Nostro dovere è quello di dare nuovi impulsi a tutto questo “.

Le vittorie
A conquistare l’ambito Trofeo Bravin in campo maschile Mattia Furlani, della Studentesca Rieti che ha vinto la gara dell’alto con la misura di 2,07 (nuovo record del Bravin) ed ha fallito di poco il 2,11 che sarebbe stato record italiano di categoria detenuto dallo stesso Furlani. Fra le donne il Trofeo è andato a Lavinia Paoletti atleta dell’Esercito Sport e Giovani che nella giornata di sabato ha vinto il salto in lungo con la misura di 5,43 e poi domenica è giunta seconda nella gara degli 80 piani. Il trofeo sarebbe andato ex aequo ad Alice Calvaruso (Atletica Cecchina) vincitrice dei 300 mt e seconda negli 80 mt., ma la Paoletti è stata preferita perché più giovane.

I record
Tra i record della manifestazione battuti nell’occasione quello del salto triplo maschile in cui il campione regionale Aldo Rocchi ha stabilito il nuovo limite a 14.83. Doppietta per Davide De Rosa (Esercito Sport&Giovani) che ha stabilito i nuovi record della manifestazione 1000 metri corsi in 2:33.62 e quello dei 2000 metri con il cronometro fermato a 5:42.06. Daniele Groos dell’Atletica Tiburtina ha fermato il cronometro sui 300 mt. a 35.26, tempo che gli vale il nuovo primato del meeting.
In ambito femminile da circoletto rosso e nuovo primato sugli 80hs per Elisa Fossatelli, atleta delle Fiamme Gialle Simoni che ha vinto il titolo regionale con il tempo di 12.37.

Le news entry
Numerose le gare che hanno fatto l’esordio al Trofeo Bravin dalle prove multiple al salto con l’asta, ai 1200 siepi al 2000 femminili. Ovviamente le performance in queste discipline sono da considerarsi i nuovi record della manifestazione. Nel pentathlon vince Silvia Morganti (Fiamme Gialle Simoni) con 2804 punti. Nell'esathon vittoria ad Andrea Belvisi (Atletica Latina 80), che sfonda quota 4000.  Nell’asta maschile titolo a Francesco Moretti (Fiamme Gialle Simoni) con la misura di 3,40 mentre tra le donne la vittoria è andata a Anna Bayram che ha valicato a 2.70. Nei 1200 siepi maschili successo per Leonardo Di Vittorio (Studentesca Milardi) in 3:26.49 mentre la gara al femminile è andata a Cecilia Plini (Castelgandolfo Albano) con il tempo di 4:00.92. La gara dei 2000 femminile è andata a Sara Pontani (Tirreno Atletica Civitavecchia) che ha corso con il tempo di  6:46.80.

Presente Fabrizio Donato  
La manifestazione è stata seguita con interesse ed attenzione da Fabrizio Donato, bronzo nel triplo alle Olimpiadi di Londra, che ha visto trionfare sui 300 hs la figlia Greta.

 

Cronaca della prima giornata
E’ stata una prima giornata davvero ricca di grandi prestazioni quella del 53° Trofeo Bravin, la storica manifestazione organizzata da Asi, che quest’anno si svolge in contemporanea con i Campionati Regionali Cadetti.
Da circoletto rosso nei 1000 mt uomini la prestazione di Daniele De Rosa, atleta dell’Esercito Sport&Giovani che con il tempo 2.33’65 ha stabilito la miglior prestazione italiana stagionale ed ha demolito il precedente record del Trofeo Bravin che risaliva addirittura al 2007.
Altra prestazione monstre con relativo record del Bravin negli 80 hs per l’atleta delle Fiamme Gialle G.Simoni Elisa Fossatelli che ha fermato il tempo in un eccellente 12.37 .
Sempre sugli ostacoli va segnalata l’ottima prestazione di Leonardo Dalmazio che nei 100 hs ha corso la prova in 14.43 suo primato personale conquistando il titolo regionale.
Altro record del Trofeo Bravin che cade quello dei 400 mt. uomini con Davide Gros (Atletica Tiburtina che percorre il giro di pista nel tempo di 35.29.
Eccellente perfomance anche quella di Alice Cavaruso nei 300 mt. L’atleta dell’Atletica Cecchina ha vinto la prova con l’ottimo tempo di 41.35.
Le premiazioni sono state effettuate dal presidente dell’Asi Atletica Roma Sandro Giorgi. 

Trofeo Bravin. La storia

Il Trofeo Giorgio Bravin festeggia quest’anno la sua 53esima edizione. Si tratta della manifestazione più longeva della storia dell’atletica giovanile italiana. Una storia che parte da lontano e che annovera, non solo monumenti di questo sport che vi hanno partecipato – su tutti Pietro Mennea, Gabriella Dorio, Franco Fava, Fabrizio Donato, Alessandro Lambruschini, Francesco Panetta, Pierfrancesco Pavoni – ma anche e soprattutto giovani che proprio con il Bravin si sono avvicinati alle gare. Alle competizioni, ai sani valori dello sport. Il Bravin travalica infatti. l’aspetto puramente agonistico perché costituisce da sempre un momento di incontro, di amicizia e di inclusione fra i tanti ragazzi che giungeranno a Roma ed avranno modo, oltre che di confrontarsi su piste e pedane, di socializzare, di stare insieme e di scambiarsi le proprie esperienze dentro e fuori il campo di atletic

Un mix perfetto di protagonisti, tutti campioni di una storia infinita che non si ferma, che continua.

Questo trofeo nasce il 12 settembre del 1965 per volontà del Centro Sportivo Fiamme grazie alla passione di due grandi dirigenti: Roberto Vianello e Carlo Alberto Guida. Portato poi avanti da ASI nel nome della continuità, il trofeo è intitolata alla memoria di Giorgio Bravin, un brigadiere volontario, uno dei tanti, anzi troppi, giovani italiane sacrificati alla guerra. Carlo Alberto Guida, molti anni fa, nel 1984, ricorda che ‘Bravin si è immolato a vent’anni nella difesa del confine orientale nel 1943. Non si sa altro di questo ragazzo, è “semplicemente” Giorgio Bravin, un nome tra i tanti, un promettente atleta diventato soldato e scomparso troppo giovane. Uno dei tanti dimenticati dello sport che troppo spesso brucia tutto: eroi e comprimari. Dalla prima edizione, il Trofeo vuole ricordare tutti i ragazzi e le ragazze d’Italia che hanno portato qualcosa alla Patria, per renderla grande, difenderla. Amarla.

Il primo atto del Bravin vede come teatro lo stadio dell’Acqua Acetosa. Partecipano 31 società e oltre 200 atleti. Ci sono solo ragazzi in gara. Per le ragazze c’è un’altra manifestazione: il Trofeo Notari, riservato alle atlete del Centro Nord. Quel giorno, la rivista federale “Atletica” scrive ‘La Fiamma Roma ha colto nel segno organizzando con ottimo successo successo una rassegna giovanile ch interessava particolarmente le forze del Centro Sud. Per la prima edizione accorre numeroso il pubblico sugli spalti e dal punto di vista agonistico la manifestazione offre spunti interessanti e pregevoli. In particolare, spicca l’impresa del giovane Ciampi che ottiene il nuovo primato stagionale del peso con 15.35 metri e di un altro ragazzo, Pierelli, che surclassa i suo avversari negli 80 ad ostacoli. Il Trofeo si conclude con una schiacciante vittoria della società Cus Roma, campione d’Italia, e con una ricca e simpatica premiazione.
Nel secondo anno del Bravin, crescono le presenze e i sodalizi (39) ed è sempre l’Acqua Acetosa ad ospitarlo. Tra gli atleti si nota Gian Marco Schivo, specialista del salto in alto che salta 1.80 metri piazzandosi secondo. Da quel giorno al Bravin, Schivo otterrà risultati prestigiosi: Europei del 1971, Olimpiadi nel’72, dove nello stesso anno si laureerà campione italiano assoluto. La rivista “Atletica” scrive ‘ La seconda edizione del trofeo Giovinezza Giorgio Bravin riscuote ancora pieno successo organizzativo e tecnico, successo di giusto premio per l’ottima organizzazione del Fiamma, che ha curato in ogni particolare la manifestazione che ha visto scendere in campo i migliori rappresentanti della categoria allievi: ben 375 atleti in rappresentanza di 39 società.
Dopo soli due anni di vita, il Trofeo Giorgio Bravin è già una realtà incontrastata ed entra di diritto nella famiglia dell’atletica italiana, diventando un punto di riferimento per i giovani.
La terza edizione si svolge alla Farnesina; spiccano gli atleti Ziggiotti che corre gli 80 metri in 9.0, così come il campano Landolfi. La quarta tappa vede la partecipazione destinati a fare la storia di questo sport. È il 1968 quando, di nuovo all’Acqua Acetosa, quattro ragazzi mettono in mostra, in maniera indelebile, le loro qualità. Franco Fava, che vince i 2000 metri con 5:46.2, Massimo Magnani che corre i 1000 metri, Giusepe Buttari negli 80 ad ostacoli e Roberto Buccione nella marcia. Ma è l’anno successivo, il 1969, che il Bravin si imbatte in un giovane che da lì a qualche anno avrebbe vinto l’Olimpiade e ogni altro titolo possibile: Pietro Mennea. ‘Ricordo bene quei 300 metri – racconta il campione – era il 20 luglio e partii convinto di potercela fare. Vinsi con 35.6, fu una sensazione bellissima…’.
Il cammino del Bravin prosegue senza sosta. Nel 1972 è la volta dello Stadio Olimpico e per la prima volta sono ammesse anche le atlete. Tra cui, una ragazza di belle speranze: Gabriella Dorio della Fiamma Vicenza, prima nei 2000 metri con il tempo di 6:40.8. L’inizio di una scia infinita di successi per l’azzurra. ‘Quel traguardo che sembrava non arrivasse mai’, racconta.
Con gli anni, arriva il momento dello stadio delle Terme di Caracalla, uno dei più belli di tutto il mondo. Poi ancora Acqua Acetosa, in un sussegursi di emozioni e colpi di scena. Poi lo Stadio dei Marmi nel 1978 dove Antonella Capriotti inizia la sua carriera nel lungo e poi nel triplo. Ed ancora Donato Sabia,  Francesco Panatta, Piefrancesco Pavoni, Marco Todeschini, Nadia Dandolo che racconta come ‘l’unica forografia appesa in camera sia quella del Trofeo Giorgio Bravin’. E tanti altri. Nel 1987 la kermesse si disputa allo stadio della Stella Polare di Ostia per la prima volta. Spiccano futuri campione come Vincenzo Modica.
Arriva il ventennale, ricordato anche sulla rivista “Primato”. Poi ancora il trentennale, il quarantennale e i 50 anni. 
Negli anni poi Andrea Benvenuti e Giuseppe D’Urso, divenuti grandi amici proprio al Bravin, fanno innamorare tutti degli 800 metri in una edizione allo Stadio della Farnesina. Medaglie alle Olimpiadi, ori agli Europei, Mondiali.
Alla Farnesina, nel giugno 1989 la festa del Bravin si conclude con una splendida galoppata di Ileana Salvador della Fiamma Vicenza in una gara fuori programma di marcia km 10. La giovane ottiene il nuovo record mondiale con il tempo di 42.39.2, migliorando nettamente il precedente limite della sovietica Nadezhda Ryashkina. La Salvador dichiara 'mi sento orgogliosa di aver dato lustro ad una manifestazione così importante come il Trofeo Bravin, ho sentito di aver ricompensato la mia società, la Fiamma Vicenza e Sandro Giorgi per tutta la fiducia che in me avevano risposto'.

Altri, tra i tantissimi, atleti di spicco che passano per questo evento come Pilar Ottoz, Maurilio Mariani, Martina Curri, Salvatore Colloca, Alessandra Coaccioli, Ausilia Balletta, Doris Tomasini, Valentina Aniballi, Eugenio Umberto Mannucci, Maria Enrica Spacca, Giulia Latini, Daniele Secci e Carolina Visca,
Una curiosità riguarda il 2002, quando il Bravin, nella prima ed unica volta della sua storia, emigra da Roma a Foggia insieme ai campionati nazionali.
 ASI
Il Bravin é il trofeo che permette ai giovani che si sono affacciati fa poco al mondo dell’atletica di emergere e mettersi in luce. 
Sandro Giorgi, responsabile del settore Asi Atletica, uno degli artefici della continuazione negli anni del Bravin commenta così una delle ultime edizioni. ‘Dopo 50 edizioni, nonostante i mille problemi, esiste una base solida su cui lavorare. Tutti questi ragazzi che ogni anno arrivano a Roma così numerosi, onorano il Trofeo Bravin. La speranza è che si creino sempre i presupposti per far loro proseguire l’attività anche quando saliranno di categoria’.

Anche quest’anno, nonostante le difficoltà, la tragedia vissuta dalla pandemia, il Bravin- che ha un posto di diritto nella tradizione romana e nazionale – ci sarà. Un’edizione probabilmente diversa, ma ci sarà. La storia non si cancella.

[  Paolo Signorelli  ]
 
 

ASI e Fidal insieme per il Trofeo Bravin, la manifestazione di Atletica leggera per i più giovani più antica in Italia

Nasce una forte collaborazione fra ASI e Comitato Regionale Fidal Lazio per dare al mondo dell’atletica laziale e nazionale un segnale forte di ripartenza delle attività. Il tradizionale meeting giovanile si fonde con i Campionati Regionali Cadetti/e per dare vita ad una due giorni di sport davvero speciale

Ripartire per promuovere l’atletica e per dare agli atleti e a tutto il mondo dello sport un segnale forte di vitalità e di normalità.
Con questo presupposto ASI e Comitato Regionale Fidal Lazio hanno unito le forze per regalare, sabato 19 e domenica 20 settembre 2020, una due giorni di grande sport all’interno dello Stadio Paolo Rosi.
Nell’occasione si fonderanno due grandi appuntamenti dell’atletica laziale, il Trofeo Giorgio Bravin, tradizionale manifestazione giovanile organizzata da Asi e giunta alla 53^ edizione, ed i Campionati Regionali Individuali Cadetti/e.
La sinergia, fortemente voluta dal responsabile dell’Atletica Asi Sandro Giorgi e dal Presidente della Fidal Lazio Fabio Martelli, permetterà di svolgere le gare in assoluta sicurezza, nel pieno rispetto dei protocolli anti Covid-19.
La manifestazione, come tradizione del Trofeo Bravin e di tutta l’attività giovanile della Fidal Lazio, sarà l’occasione per vedere in gara i migliori talenti regionali della categoria.
Il Trofeo Bravin del resto, è stato negli anni il trampolino di lancio di tanti atleti che, dopo la partecipazione alla meeting, hanno preso l’abbrivio per una carriera sportiva che ha portato grandi allori all’Italia dell’atletica leggera. Basta fare i nomi di Pietro Mennea, Fabrizio Donato, Gabriella Dorio, Alessandro Lambruschini, Francesco Panetta, Piefrancesco Pavoni, Franco Fava per capire quanto sia ricco l’albo d’oro del Trofeo Bravin.
Le gare inizieranno sabato 19 alle 16.30 e si concluderanno domenica 20 alle 20.00.
“Siamo particolarmente soddisfatti che quest’anno il Trofeo Bravin si svolga in sinergia con il CR Lazio della Fidal -ha sottolineato il presidente di Asi Claudio Barbaro- a testimonianza della volontà comune di dare un segnale importante di ripresa a tutto il mondo dello sport. Asi è altresì impegnata in questo particolare momento a far ripartire tutte le proprie attività, nel rispetto dei protocolli, ma garantendo ai tanti iscritti il diritto inalienabile alla pratica sportiva. Il Trofeo Bravin rappresenta, ormai da tanti anni, un fiore all’occhiello del nostro ente e anche questa 53^ edizione, nonostante i tempi che stiamo vivendo sarà un momento importante di aggregazione e promozione dello sport per i tanti giovani che prenderanno parte all’evento”.
 

[  Luca Montebelli  ]

 

Gabriella Dorio: testa, cuore e gambe. Una campionessa cresciuta nel Fiamma

La storia di una ragazza, di un vero e proprio talento sbocciato nel Centro Sportivo Fiamma e culminato con il gradino più alto del podio alle Olimpiadi del 1984

➤  Vedi l'intervista, versione online sfogliabile, su Primato
 

Il collega Vanni Loriga, sul sito della Fidal, sta tracciando, attraverso i suoi ricordi i profili degli atleti che hanno scritto leggendarie pagine dell’atletica azzurra. Vi riproponiamo quello di Gabriella Dorio, atleta capace di vincere i 1500 metri alle Olimpiadi di Los Angeles nel 1984. La storia di Gabriella nasce sotto le insegne del Centro Sportivo Fiamma. Scoperta da Ugo Ranzetti decollò poi verso una carriera luminosa che tanto lustro ha portato ai colori italiani.

Ai primi di febbraio del 1971 un amico, come me appassionato di atletica, mi disse: “Domenica non mancare a Castel Fusano, vedrai una ragazza che vincerà le Olimpiadi!”. Il signore di cui sopra si chiamava Roberto Vianello, fratello del più noto Raimondo e come lui tra i fondatori del Centro Sportivo Fiamma. La gara, che si correva sui prati e fra i pini di Villa Chigi, era il primo criterium di cross fra gli Enti di Promozione Sportiva. I fratelli Vianello, figli dell’Ammiraglio Ugo e della marchesa Virginia Maria Accorretti, erano tra i fondatori del C.S. Fiamma, presieduto da Vito Mussolini, figlio di Arnaldo.

(Gabriella Dorio con la canotta del Fiamma)
La vincitrice di questa finale nazionale non aveva ancora compiuto i 14 anni essendo nata a Veggiano il 27 giugno 1957. Il suo nome era, ed è ancora, Gabriella Dorio.

Galoppava come una giovine ed elegante puledrina. Iniziava lì la sua corsa che ancora continua. Ha fatto sempre onore al suo nome che, anagrammato, nasconde quello che sarà il suo percorso, cioè una “bella riga d’oro/i”. Quella “riga” congiunge Castel Fusano 1971 (anno in cui vinse anche la finale nazionale dei Giochi della Gioventù sui 1000 metri) con il Coliseum di Los Angeles 1984. Ed ancora prosegue. Di Gabriella, che da allora non ho mai perso di vista, voglio raccontarvi tante storie.

L’Arciprete che amava lo sport
Cominciamo con una sua precisazione. Lei a Castel Fusano non avrebbe dovuto gareggiare e fu chiamata a sostituire una giovane collega infortunata. La mamma Flora (il babbo si chiamava Gino) non era sicura che fosse giusto mandare in giro per il mondo una bambina ma nonna Erminia chiese il parere dell'Arciprete che addirittura consigliò la pratica sportiva.

Chioma leonina
E da Castel Fusano saltiamo direttamente alla finale olimpica. Le fortissime e temute Melinte e Puica si avviano molto lentamente. Gabriella non è d’accordo e ha studiato con il suo allenatore Ugo Ranzetti una volata lunga, lunghissima. Per cui a 600 metri dal traguardo si lancia all’attacco. “Sono i momenti – scrissi sul Corsport – in cui con il cuore l’abbracceresti mentre con la ragione tenteresti di frenarla. Si proietta in avanti, apre la falcata, getta indietro la chioma leonina. Sembra tutto sbagliato ma lei sa che deve solo obbedire alla sua ispirazione alla vittoria”. La Melinte tenta di reagire ma ottiene solo la contro-reazione di Gabriella che a 150 metri dal traguardo innesta la sua marcia vincente. “Gabriella – rivela ora per allora Ugo Ranzetti – possiede un innato senso tattico, ha la capacità di interpretare l’evento nel suo svolgersi”. Nulla è programmabile, tutto si decide nel momento.

No all’offerta di 50.000 dollari
Entusiasma così gli 80.000 spettatori e un abile manager ha una idea brillante. Le propone un confronto con l’idolo statunitense Mary Decker, la grande delusa di questi Giochi nella finale dei 3000 metri, catapultata fuori pista dopo un rovinoso contatto con la sudafricana-britannica Zola Budd. Le viene offerto, a quanto si sa, un ingaggio di 50.000 dollari ma lei rifiuta. Gabriella Dorio concluderà la carriera agonistica che riassumiamo in poche cifre: 65 presenze in azzurro dal 1973 al 1991; 3 partecipazioni olimpiche (sesta, quarta, prima); 23 titoli nazionali e 16 record italiani. Il resto è consultabile sul sito federale.

La vittoria più bella? I Giochi della Gioventù
Quale di tutte queste imprese le ha donato maggiore soddisfazione? La risposta è sicuramente a sorpresa: proprio i 1000 metri del 1971. Si sentiva padrona del mondo e in quella occasione annunciò ai suoi compagni di squadra (suscitando molta ilarità) che un giorno sarebbe stata campionessa olimpica! 

Il segreto
Chiedo infine a Gabriella se ci può suggerire una formula per il successo. La risposta è secca: “Testa, cuore, gambe”, nell’ordine. Ed aggiunge che il tutto non è sufficiente se non hai i genitori giusti e soprattutto se non affronti la corsa con il piacere della fatica e con la gioia di praticarla. Naturalmente è importante essere seguiti da un bravo allenatore. Lei ne ha avuti due: sino al 1976 suo fratello Sante e poi, per 12 anni, Ranzetti. A loro dedicheremo la dovuta attenzione nell’ultimo capitolo di questa rievocazione dedicata ai Maestri.

Protagonista
Concludo con due gare in cui la Dorio fu protagonista. Corse ad Alà dei Sardi nel 1979 (vedi foto). Assieme con Rossella Gramola arrivò a tarda sera, in tempo per partecipare ai canti tradizionali. Mentre l’organizzatore, professore ed archeologo Antonello Baltolu, suonava la fisarmonica, la consorte Mallena intonò l’immancabile “No potho reposare” e le ragazze insieme. Gabriella disse che aveva sete e fu subito servita. Peccato che fosse un bicchiere del famoso filu ‘e ferru. Lo trangugiò, non fece una piega ed il giorno dopo vinse da dominatrice. Differente il risultato nel 1981 nella Amatrice-Configno. Fatica immane in quegli otto chilometri in salita e sotto una pioggia torrenziale.
All’arrivo, stremata e intirizzita, chiese di fare una doccia. Per aderire alla sua legittima richiesta, venne ospitata nella villetta del Presidente della Pro Configno Luigi Salvi. Resta infine un mistero, cioè come Bruno D’Alessio, organizzatore della gara, l’avesse convinta a rinunciare ad un invito di Mennea a Barletta per recarsi a soffrire in alta montagna. A lei l’ardua risposta, non senza aver ricordato che quella corsa porta fortuna. L’Amatrice-Configno tenne a battesimo altri due campioni olimpici: Gelindo Bordin e Stefano Baldini.

 

 
GABRIELLA DORIO
Nata a Veggiano (Padova) il 27 giugno 1957; alta 1.67 per 55 kg. Presenze in Nazionale: 65. Campionessa olimpica dei 1500 nel 1984.
 
Inizia nell’inverno 1971 con la corsa campestre, ed in luglio vince i 1000 metri su pista nella finale dei Giochi della Gioventù. Allenata dal fratello Sante, nei due anni successivi polverizza tutti i primati della categoria allieve, fa il suo esordio nella Nazionale assoluta e vince il primo titolo tricolore assoluto su pista, entrando in rivalità con la stella dell’atletica azzurra, Paola Pigni. Dopo la prima Olimpiade (a Montreal nel 1976) passa sotto la guida tecnica di Ugo Ranzetti. Il ruolo di ragazzina-prodigio non ha pregiudicato la sua crescita, ed è stata capace di restare al passo con le migliori, diventando l’unica mezzofondista italiana che sia riuscita a vincere in una manifestazione “globale” (Olimpiadi o Mondiali). Vi è riuscita ai Giochi Olimpici di Los Angeles del 1984 conquistando l’oro nei 1500 metri in 4:03.25 battendo nello sprint finale le romene Doina Melinte e Maricica Puica. Cinque giorni prima era finita quarta negli 800 vinti dalla Melinte. Per la veneta, atleta molto precoce, era la terza Olimpiade e già nelle due precedenti aveva ottenuto buoni piazzamenti: sesta nei 1500 nel 1976, quando aveva solo 19 anni; quarta sulla stessa distanza nel 1980. Prima italiana a superare il “muro” dei 2 minuti sugli 800, con 1:57.66 in una riunione internazionale a Pisa nel 1980, tuttora record italiano, così come il suo 3:58.65 nei 1500 (1982).
 

Curriculum
Titoli italiani: 1974, 1975, 1976, 1980, 1981, 1982, 1983 800 all’ aperto – 1973, 1976, 1977, 1978, 1979, 1980, 1981, 1982, 1983, 1984 1500 all’ aperto – 1978, 1979 800 indoor – 1981, 1983 1500 indoor – 1976, 1983 corsa campestre
Giochi Olimpici: 6/1976 1500, 8/1980 800, 4/1980 1500, 4/1984 800, 1/1984 1500
Campionati Mondiali: 7/1983 1500, elim. batt./1991 800, elim. batt./1991 1500
Campionati Europei: 9/1974 1500, elim. sf/1978 800, 6/1978 1500, 3/1982 1500
Campionati Europei juniores: 8/1973 800, 3/1975 1500
Campionati Europei indoor: elimin. batt./1978 800, 1/1982 1500, 4/1983 1500, 8/1984 1500
Coppa del Mondo: 4/1981 800, 2/1981 1500
Coppa Europa: 7/1979 1500
 
Performances 800 metri
1:57.66 (1) Pisa 5-7-80
1:58.82 (3) Pescara 2-8-81
1:58.99 (2) Bucarest 26-7-81
1:59.0e (5)sf1 Mosca 25-7-80
1:59.05 (4) Los Angeles 6-8-84
1:59.13 (3) Tokyo 24-9-82
1:59.16 (1)b2 Bucarest 25-7-81
1:59.2e (8) Mosca 27-7-80
1:59.43 (4) Roma 5-9-81
1:59.53 (2)sf2 Los Angeles 4-8-84
 
Performances 1500 metri
3:58.65 (2) Tirrenia 25-8-82
3:59.02 (3) Atene 11-9-82
3:59.82 (1) Roma 5-8-80
4:00.3e (4) Mosca 1-8-80
4:01.25 (6) Praga 3-9-78
4:01.96 (4) Rieti 2-9-84
4:02.43 (2) Udine 12-6-83
4:02.70 (1) Milano 3-7-80
4:03.25 (1) Los Angeles 11-8-84
4:03.27 (1) Torino 15-7-81
 
e = cronometraggio automatico; sf = semifinale
 

 

[  Vanni Loriga  ]
L'intervista è tratta da Primato, luglio 2020
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