09.05.2022

Sportivando

Sport nella Scuola. A troppo piccoli passi

Dalla rivista Primato, aprile 2022.

…Da tempo sottolineiamo quanto occorra una rivoluzione decisa e dai toni perentori

Partiamo da qualche dato essenziale, premessa a quanto andremo a scrivere nelle pagine di una rivista che rappresenta da anni uno spazio di approfondimento a noi caro. Secondo il “Rapporto sui minori e lo sport”, realizzato dall’Osservatorio “Con i bambini”, già prima delle chiusure causate dal Covid, quasi 1 giovane su 5 era sedentario (18%, tra i bambini di 6-10 anni e gli adolescenti di 15-17 anni – il 16% nella fascia 11-14 anni – oltre il 40% tra 3-5 anni). E siamo al 42 esimo posto in Europa per quanto riguarda la salute dei ragazzi in età scolare, secondo la ricerca HBSC (Health Behaviour in School-aged Children), progetto internazionale, patrocinato dall’OMS, che ha lo scopo di descrivere e comprendere fenomeni e comportamenti correlati con la salute nella popolazione pre-adolescente.

Su quanto lo sport sia fondamentale per la crescita psico-fisica di un giovane a chi legge questa rivista inutile sottolinearlo ancora…

Aggiungiamo, invece, qualche altro dato. Per molte famiglie l’attività fisica rischia di essere un lusso. Una situazione ulteriormente aggravata dalla pandemia. L’attività svolta in orario scolastico rappresenta per molti giovani una delle poche occasioni quotidiane. È anche per questo motivo che l’educazione fisica è considerata a pieno titolo una disciplina didattica. Ma, solo il 40,8% degli istituti scolastici in Italia è provvisto di palestra o piscina, una su 5 per le scuole elementari. Ultima nota. Anche le aree sportive all’aperto (che includono tutte le superfici adibite a campi sportivi, piscine, campi polivalenti, aule verdi e altri spazi con funzioni ludiche e ricreative) rappresentano appena il 4% del verde urbano nei capoluoghi italiani, con una rilevante variabilità territoriale.

Fatte queste opportune premesse veniamo alla stretta attualità.

Dal prossimo settembre – sul giorno si stanno pronunciando le singole Regioni – gli oltre 400 mila bambini delle quinte elementari, avranno un insegnante in più, quello di ‘Educazione motoria’. Questo, grazie al Decreto (DI, 90/2022 previsto dalla Legge di Bilancio) sugli organici per il prossimo anno scolastico. Almeno due ore la settimana per 25 mila classi e 2 mila diplomati all’Università del Foro Italico che saranno ingaggiati per questa piccola rivoluzione. Costo 30 milioni di euro per il 2022. A regime si arriverà a 170 con anche l’ingresso dall’anno successivo, delle quarte elementari. Ancora ferma in Parlamento la legge che istituisce l’insegnante di Educazione fisica sin dalla prima elementare. Un progetto sicuramente ambizioso dal punto di vista finanziario considerando anche le esigenze di impiantistica.

Consideriamo questo un primo passo fortemente voluto anche dalla Sottosegretaria Vezzali. Ma il rischio concreto è che ci si trovi di fronte all’ennesima soluzione, incompleta e pasticciata. L’investimento sui nostri giovani deve essere una priorità e non il frutto di un compromesso con il mondo sindacale e di tiepidi impegni culturali nello sport e nella salute. L’educazione allo Sport deve accompagnare i nostri giovani dalla prima elementare all’Università, sia negli orari scolastici sia sviluppando l’attività extracurriculare.

Da tempo sottolineiamo quanto occorra una rivoluzione decisa e dai toni perentori.

Non ci riconosciamo in uno Stato che non investe nell’educazione al movimento e al benessere fisico sin dai primi anni della vita di un giovane. Dopo un passo in avanti nella direzione giusta assistiamo puntualmente a due indietro. E a pagare dazio, quando si tratta di tagliare fondi, è sempre lo Sport. Che solo per alcuni corrisponde a salute e benessere, al di là dei proclami mediatici generalizzati e bipartisan. Dei quali veramente non sentiamo più il bisogno…

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