06.04.2022
Sport nella Costituzione. Antesignano, Giulio Maceratini
Dalla rivista Primato, marzo 2022.
…se sono quello che sono, se siamo quello che siamo, lo dobbiamo a uomini come lui
“Una società moderna deve dare ai giovani la possibilità di conoscere lo Sport facendoli uscire dalle gabbie di cemento e di ferro in cui li hanno rinchiusi gli errori dei grandi. E ci sembra opportuno che il privilegio di pochi divenga anche in Italia il diritto di tutti”: questo il monito di eccezionale attualità di Giulio Onesti, indimenticato Presidente del CONI. Frasi che ancor oggi potrebbero accompagnare degnamente il percorso iniziato con l’approvazione del DDL costituzionale di modifica all’articolo 33 della Costituzione in materia di attività sportiva. Il via libera, arrivato con 213 voti favorevoli, 5 contrari, 13 astenuti, permette l’ingresso dello Sport nella nostra Costituzione e riconosce una dignità finora negata a questo mondo. Una dignità negata anche perché, per tanto troppo tempo lo sport è stato legato al solo aspetto competitivo. E per questo è stata nodale l’approvazione dell’emendamento firmato da me insieme con i colleghi senatori Iannone e Malan, che, con sole cinque parole (‘In tutte le sue forme’) ha ribadito che la pratica sportiva è da intendersi in tutte le sue forme ed espressioni, organizzate e non, al fine di valorizzare tutto lo Sport, anche quello dilettantistico, amatoriale, di mero allenamento, di base e di prossimità.
Le parole così attuali di Onesti, erano presenti nella relazione al Disegno di Legge Costituzionale del 1994 nel quale si chiedeva l’ingresso dello Sport nella nostra Carta Costituzionale. L’ho ricordato in Senato. Venticinque anni fa, per la prima volta veniva presentata questa istanza in Parlamento. Primo firmatario di quel DDL era Giulio Maceratini, allora presidente del Gruppo parlamentare di An in Senato.
Giulio- esempio di coerenza e di umanità, aspetto burbero e severo che nascondeva in realtà una persona dal cuore d’oro, sempre pronta a scherzare e a sdrammatizzare, amico e uomo delle Istituzioni – era anche un grande sportivo. Amante del calcio non solo da tifoso, ha anche giocato e vestito la maglia della Nazionale, naturalmente quella dei Parlamentari, quando era alla Camera. Talmente romanista da non poter indossare la spilletta biancoazzurra anche se erano i colori del simbolo di Alleanza Nazionale. Amava anche il Ciclismo, praticava il Judo. Ed era parte attiva dei processi di promozione dello Sport nel nostro Paese all’interno del Centro Nazionale Sportivo Fiamma. Insieme a nomi storici della destra italiana quali Pino Romualdi, Vito Mussolini, Giusto Panichelli, Roberto e Raimondo Vianello, Carlo Alberto Guida, Luigi Messini, Tommaso Manzo, Nino Alberti e tanti altri.
Da grande uomo di sport, divenne immediatamente un convinto sostenitore di ASI alla sua nascita. La riunione del martedì sera con Giulio era uno stupendo momento di aggregazione, di vita comunitaria, di politica e di tanta goliardia. Sono tanti e tanti gli aneddoti che potrei citare. Da Nord a Sud ho girato l’Italia con lui, per parlare anche di sport: Messina, Erice, Genova, Torino, Milano, Napoli, Reggio Calabria, Cagliari. E tanti altri aerei, macchine e treni insieme…
Giulio non amava i voli pindarici ed era un uomo molto pragmatico. Per me è stato un grande amico, un secondo padre politico. Mi ha accompagnato per anni nel mio percorso e se sono quello che sono, se siamo quello che siamo, lo dobbiamo a uomini come lui.
Con l’autorevolezza e l’arte oratoria che lo contraddistingueva, l’8 maggio 1997 presentò in Senato il Disegno di Legge Costituzionale per l’ingresso dello Sport in Costituzione: “Manca ancora un esplicito riferimento allo sport, salvo quello indiretto dell’articolo 32 sul diritto alla salute. Elevare a livello costituzionale il diritto allo svolgimento dell’attività sportiva, intesa come momento ricreativo ma anche di educazione e rigenerazione spirituale è proposta che allineerebbe lo Stato italiano ad altri Stati europei che già hanno assunto da tempo detta determinazione e che riconoscono detto diritto per tutti i cittadini, come diritto primario degno della massima tutela. E pertanto elevare a rango costituzionale il diritto all’attività sportiva significa accogliere e tutelare una istanza che si avverte presente nella nazione, rivolta ai comuni, alle regioni, allo Stato di praticare lo sport e non soltanto di vederlo praticare”
Venticinque anni dopo quelle parole, il sogno di Maceratini si avvia ad essere realtà: ma questo dovrà essere il primo passo verso una rivoluzione culturale che porti a una definitiva riforma dello Sport che restituisca totalmente allo Stato i suoi doveri, la conseguente istituzione del Ministero dello Sport e, come prima conseguenza diretta alla costituzionalizzazione del diritto all’attività sportiva e ricreativa, il finanziamento dello sport nella scuola con l’approvazione di normative che sanciscano l’obbligatorietà degli impianti sportivi in ogni edificio scolastico di nuova costituzione, nonché alla creazione di impianti diretti allo svolgimento della pratica sportiva al servizio delle comunità cittadine.
In una notte di luglio di due anni fa Maceratini lasciava la moglie Lucia e tutti noi. Ma il suo esempio è una traccia indelebile, nei nostri cuori, nella politica italiana, nei ricordi di quei militanti che difendeva come avvocato in anni difficili, girando carceri e tribunali. E nello Sport che ora avrà una casa nella Costituzione. Anche di questo mi sento oggi di ringraziare Giulio che per primo indicò la strada. Cinquant’anni dopo l’approvazione della nostra Costituzione…
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