07.07.2020

Sportivando

Salutiamo Giulio Maceratini

Dalla rivista Primato, luglio 2020.

La riunione del martedì sera con Giulio era uno stupendo momento di aggregazione, di vita comunitaria, di politica e di tanta goliardia. Nei primi ‘90, dopo i cosiddetti anni bui della contrapposizione politica feroce, era diventata una piacevole consuetudine che finiva a tavola alla trattoria ‘Bella Napoli’, limitrofa alla sede di un gruppo storico di ultras della Lazio e dietro la sede del nostro gruppo in Via Riccardo Grazioli Lante. Immancabili anche gli sfottò calcistici. Il Senatore Maceratini, noto tifoso della Roma, fece coniare un numero discreto di spille di Alleanza Nazionale giallorosse per distinguerle da quelle classiche biancazzurre, colori per lui insopportabili… Quando Giulio divenne capogruppo di AN al Senato, la sede delle riunioni si spostò a Palazzo Madama, al terzo piano, ingresso di Via San Luigi dei Francesi. Solita goliardia ma gli aumentati impegni di Giulio accorciarono ancora di più la durata delle riunioni già di per sé brevi. Ci riceveva la sua allora segretaria, Giorgia Di Giannatale, che ho ritrovato ora in Senato come funzionaria del gruppo che gestisce il rapporto tra i Senatori e l’Aula (Nota a margi- ne. Giorgia mi scrive stamattina queste parole. Non me ne vorrà se le rendo pubbliche… “Il mio Presidente… Lavorare con lui tanti anni è stato un onore. Grande uomo e vero politico, con valori inestimabili”).

Giulio non amava i voli pindarici ed era un uomo molto pragmatico. Si capiva subito quando l’interlocutore stava svolazzando. Giulio chiudeva con un perentorio “non c’è dubbio” che non ammetteva replica. L’estate si trasferiva a San Felice Circeo, il suo buen retiro. E la politica si condiva con i pro- fumi del mare. Da grande uomo di sport divenne immediatamente un convinto sostenitore di ASI. Lo era già del Fiamma ma, ovviamente, la vicinanza politica e umana con il sottoscritto ne aumento l’interesse. Per via di esposti da parte di vecchi dirigenti del Fiamma, nei primi anni dopo il riconoscimento, l’ASI ebbe dei problemi con il CONI che, di fatto, impedirono la regolare erogazione dei contributi. Giulio partiva regolarmente dal Senato per andare a negoziare con l’allora Presidente del Comitato Olimpico, Mario Pescante, lo sblocco dei contributi. E tornava quasi sempre vincente a casa. Memorabile, una delle poche volte che la trattativa non andò a buon fine, un Consiglio Nazionale ASI all’Holiday Inn sulla Roma-Fiumicino. I lavori si bloccarono per permettere al Senatore Maceratini di relazionarci dopo l’incontro con Pescante. Sala carica di tensioni, di fumo – allora era ancora permesso, siamo nel 1996 – e di attesa.

Giulio entra in sala scuro in volto senza dire una parola: dopo lunghi ed interminabili secondi, l’esordio: “mai avrei pensato, passando tante volte davanti a questo bellissimo albergo andando in aeroporto, che ci fossero sale con questi splendidi soffitti decorati da affreschi”… Proseguendo poi, per altri minuti, parlando dei massimi sistemi. Arrivati al punto, restammo ovviamene tutti delusi per gli esiti negativi dell’incontro, lui per primo. Ma il gran bene che ci legava fece superare quella grande delusione. Giulio era un uomo a servizio di quella che considerava la ‘sua gente’. Sin dall’inizio. Lo ricordo nel trio di avvocati, insieme con Manzo e Andriani, che girava carceri e tri- bunali per difendere i militanti…
Sono tanti e tanti gli aneddoti che potrei citare. Da Nord a Sud ho girato l’Italia, con lui, per parlare di sport e/o partecipare a comizi: Messina, Erice, Genova, Torino, Milano, Napoli, Reggio Calabria, Cagliari. Eccetera…

Un grande uomo, un grande amico, un secondo padre, un grande politico.
Non divenne Ministro solo perché il delicato intervento subito nel 2000 gli impedì di tornare sulla scena politica come prima. Fu il primo parlamentare a chiedere l’inserimento dello sport nella nostra Costituzione. Non amava più uscire e l’ultima volta che l’ho visto sereno è stato nel 2004, al Decennale dell’ASI. Non volle sedere al tavolo di Fini e degli altri Ministri, rimase in disparte con la moglie ma io, ogni 10 minuti, mi andavo a sedere con loro. Era orgoglioso di ciò che avevamo fatto…

Voglio chiudere questo breve ricordo con una frase bellissima che Lucia, sua moglie, mi ha raccontato la mattina dopo per telefono. (Lucia meriterebbe un capitolo a parte per la dedizione con la quale è stata vicino a Giulio. Una cortina di discrezione che ha accompagnato e scandito la vita di Giulio negli ultimi anni). Ecco il suo racconto… “Dopo il Decennale stavamo tornando silenziosamente in macchina e Giulio, all’improvviso, pronunciò solo queste bellissime parole: ‘Abbiamo fatto di Claudio un uomo dalle grandi responsabilità’”. Da militante scavezzacollo, ero diventato grande. E’ il più bel ricordo di Giulio, lo porterò sempre dentro di me.

E se sono quello che sono, siamo quello che siamo, lo dobbiamo a uomini come lui.
Ciao Giulio, riposa in pace.

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