28.03.2022

Paralimpiadi. Quanto influisce la tecnologia sulle prestazioni degli atleti?

Dal 4 al 13 marzo 2022 si sono svolti a Pechino i Giochi Paralimpici Invernali, logica conseguenza delle XVI Paralimpiadi estive tenutesi invece dal 24 agosto al 5 settembre 2021 a Tokyo. Un evento ed un movimento in costante crescita che ha regalato numerose soddisfazioni ai nostri colori e ci racconta edizione dopo edizione storie straordinarie di sport e sociale.
Un movimento che in Italia è gestito dal Comitato Italiano Paralimpico (CIP), divenuto recentemente un ente autonomo di diritto pubblico che dal 2017 cura, organizza e potenzia lo sport italiano per disabili. È, di fatto e di diritto, la Confederazione delle Federazioni e Discipline Sportive Paralimpiche, sia a livello centrale che territoriale, alla stregua del CONI per le discipline olimpiche. A questa confederazione aderisce con orgoglio anche ASI, che nel 2021 è stato riconosciuto ufficialmente come Ente di Promozione Sportiva Paralimpico. Ma torniamo alla kermesse internazionale che ci apre uno scenario di analisi; quando si parla di Paralimpiadi si fa riferimento ad atleti che, in caso di disabilità fisiche, possono fare ricorso alla tecnologia.
Ma in che modo e quanto la tecnologia migliora le loro prestazioni? Scopriamolo insieme.

Paralimpiadi: discipline presenti
Prima di parlare del connubio tra sport e tecnologia nelle Paralimpiadi, vediamo quali sono le categorie previste dai Giochi.
Gli atleti che partecipano ai Giochi paralimpici vengono divisi in dieci categorie, in base al tipo di disabilità. Le gare in programma alle Paralimpiadi di Tokyo ad esempio erano 22, con le new entries Badminton e Taekwondo che presero il posto della vela e del calcio a 7-un-lato.
Negli sport paralimpici il binomio uomo-macchina è senza dubbio molto evidente.
Sappiamo che la tecnologia è in continua evoluzione e ha un ruolo sempre più importante per molte persone affette da disabilità fisiche. Dal controllo mentale degli arti alla stampa 3D, passando per gli arti motorizzati e le braccia robotiche: i supporti a disposizione sono all’avanguardia e in grado di semplificare la vita anche degli atleti.
Nel caso delle competizioni sportive, però, la tecnologia non si sostituisce alle prestazioni dell’atleta, e a maggior ragione ciò non può accadere in un contesto come le Paralimpiadi, in cui si esaltano lo sport e i suoi principi.

Quali innovazioni tecnologiche nelle Paralimpiadi?
Oggi gli atleti con disabilità fisiche hanno la possibilità di gareggiare, con ottimi risultati, in quasi tutte le discipline, con prestazioni sempre più vicine a quelle dei normodotati. Tutto questo grazie all’innovazione tecnologica che combina gli enormi progressi nel settore della biomeccanica con l’utilizzo di materiali altamente performanti (come leghe di alluminio ad alta resistenza, fibre di carbonio, kevlar e leghe di titanio).
Esistono carrozzine specificamente pensate per ogni sport: da quelle utilizzate nelle Paralimpiadi di Scherma (disciplina nella quale primeggia l’italiana Bebe Vio, campionessa olimpica, mondiale ed europea in carica di Fioretto individuale Paralimpico) alle handbike, utilizzate per le gare di resistenza su strada (disciplina in cui si distinse il plurimedagliato campione Alessandro Zanardi). Per quanto riguarda le protesi, nelle paralimpiadi di atletica vengono utilizzate prevalentemente dispositivi in fibra di carbonio con uno speciale design che ottimizza i movimenti e le prestazioni.

Bebe Vio, donna simbolo dello Sport Paralimpico

 

I principi dell’IPC
Tutte le strumentazioni devono però essere utilizzate nel rispetto di una serie di principi. Proprio per tutelare lo sport, il Comitato Paralimpico Internazionale (IPC) ne riconosce quattro fondamentali:

  • Abilità fisica
  • Correttezza
  • Sicurezza
  • Universalità

Si tratta di 4 pilastri che regolamentano anche l’uso della tecnologia e delle attrezzature durante le competizioni e sono da intendersi validi sia nelle prove con sedie a rotelle che in quelle in cui si usano protesi.
Per il Comitato, dunque, la tecnologia deve essere accessibile a tutti, ma non deve migliorare le prestazioni degli atleti oltre le loro abilità fisiche.
Il mondo paralimpico è quindi un enorme laboratorio per testare i progressi delle tecnologie e rafforzare il bionomio del terzo millennio uomo-macchina. Un comparto dove l’Italia eccelle con centri di ricerche all’avanguardia come ad esempio il centro protesi INAIL di Vigoroso di Budrio, già vincitore della XVI edizione del Premio Sport e Cultura ASI 2021 per la categoria innovazione tecnologica.

Occhi aperti quindi ai prossimi upgrade