27.01.2022

Animali e Sport

Attività con gli animali. Ecco di cosa parliamo…

Gli echi delle recenti Olimpiadi di Tokyo risuonano ancora nelle nostre orecchie, rimbombano gli applausi di quando, dal divano, improvvisandoci tecnici di atletica, tiro con l’arco o tennis tavolo, abbiamo commentato, gioito e qualche volta imprecato. Ma cosa succederebbe se a tagliare il traguardo fosse uno scarafaggio o a superare gli avversari in volata fosse un levriero nel vecchio stadio romano della Rondinella? E se la pista di atletica avesse delle dimensioni ridottissime e a corrervi e a saltare ostacoli fossero dei conigli? E se l’arrivo di una corsa fosse presidiato da un cammello? Saremmo evidentemente entrati nel variegato mondo degli sport e delle attività con animali.

Quando lo sport si fa in due è necessario che entrambi gli atleti siano in perfetta sintonia e poco importa che uno dei due sia un animale. Olimpiadi a parte (dove comunque l’Italia ha portato a casa alcuni importanti risultati nell’equitazione del paradressage), gli sport e le attività praticate con gli animali sono molteplici: alcuni molto frequentati, altri di nicchia o addirittura ridotti a curiosità locali. Coinvolgono diversi tipi di animali e seguono logiche diverse, che, nel tempo, hanno spesso subito modifiche seguendo le tradizioni, il corso della storia ed i costumi della società in evoluzione.

Se è vero che in natura gli animali sanno stupirci con i loro record di abilità ammirati dall’uomo come performance sportive, ma che in realtà sono generalmente legati a loro necessità di sopravvivenza, è anche vero che tali abilità vengono talvolta dall’uomo convertite in performance sportive vere e proprie. Le logiche che guidano la costruzione di uno sport con un animale possono essere molto diverse e dare origine ad attività altrettanto diverse: il pensiero va immediatamente a quegli sport che uomo e animale svolgono insieme, come l’equitazione, e alcuni di questi coinvolgono anche altri animali: ne è un esempio la caccia alla volpe in cui uomo e cavallo, supportati da una muta di cani, inseguono una volpe (vera o fittizia che sia). Poi ci sono quegli sport in cui l’uomo funge solamente da coach e lascia l’attività interamente agli amici a più zampe e qui, accanto alla più classiche corse di cani, troviamo tante curiosità come le corse tra scarafaggi, lumache o le gare di salto delle rane. Sopravvivono ancora purtroppo gli sport in cui l’uomo è protagonista e l’animale è una semplice vittima sacrificale, come ad esempio la caccia. E poi non dobbiamo dimenticare quelle attività che, pur distinguendosi dallo sport, vedono gli animali protagonisti al pari dell’uomo ed impegnati in attività generalmente nobili come gli Interventi Assistiti.

Certo è che, se la pratica di attività sportiva richiede la volontà del partecipante, diventa difficile attribuire una simile volontà ad un animale a meno che il rapporto col compagno umano sia tale che l’animale stesso provi soddisfazione nell’assecondarne con complicità le richieste. Entriamo dunque nel campo del rapporto con l’uomo e del benessere animale che negli ultimi anni è oggetto di studio e di riforme: a partire dal trattato di Lisbona, firmato da 27 paesi dell’UE ed entrato in vigore nel 2009, agli animali viene giuridicamente riconosciuto lo stato di esseri senzienti. Giovanissimo il decreto italiano che, dal 2 aprile di quest’anno, tutela nello specifico gli animali impiegati in attività sportive, obbligando coloro che li detengono a preservarne il benessere in termini di rispetto delle esigenze etologiche, accudimento, alimentazione e cura della salute; vengono inoltre banditi la macellazione e i metodi di addestramento coercitivi per lasciare spazio a modalità che tengano conto delle capacità di apprendimento dell’animale.

Introdotto quindi un ineludibile quesito etologico, la strada verso lo sport in due sembra spianata se lastricata di rispetto reciproco e corrette prassi etologiche, supportate oggi da validazioni scientifiche. In tal caso potremmo goderci un po’ di libertà insieme al nostro animale e poco importa se avremo a che fare con musi pelosi, pinne bagnate o scalpiccio di zoccoli: ne avremo veramente per tutti i gusti e per tutte le taglie: ci piace il rodeo coi cavalli, ma non è possibile per i bambini? Non importa, in USA si fa con le pecore! La pigrizia ci attanaglia? Ad aiutarci è il caro Fido con cui praticare una scatenata dog dance! Abbiamo spazi ristretti, ma grandi velleità di addestratori? Le corse di scarafaggi vanno per la maggiore, mentre per chi, al contrario, dispone di enormi spazi e tanta voglia di giocare a polo, oltre alla tradizionale modalità con i cavalli, ci si può spingere a praticarlo anche con elefanti e cammelli! E per i più contemplativi il cui spirito sportivo fatica a lasciare il divano, le corse di tartarughe o di lumache sembrerebbero il non plus ultra! Impossibile dunque non trovare qualcosa che faccia il caso nostro tra le centinaia di specialità esistenti: l’importante è che il divertimento ed il rispetto siano assicurati per entrambi: del resto, come già predicava Gandhi più di un secolo fa, “la grandezza ed il progresso morale di una nazione si possono giudicare dal modo in cui questa tratta gli animali”.

 

 

Cinque le macro categorie

Se è vero che in natura gli animali sanno stupirci con i loro record di abilità ammirati dall’uomo come performance sportive, ma che in realtà sono generalmente legati a loro necessità di sopravvivenza, è anche vero che tali abilità vengono talvolta dall’uomo convertite in performance sportive vere e proprie. Le logiche che guidano la costruzione di uno sport con un animale possono essere molto diverse e dare origine ad attività altrettanto diverse:

Sport svolto da un uomo insieme ad un animale: ne è un esempio l’equitazione. In questo caso l’animale è protagonista della performance insieme all’uomo ed il rapporto d’intesa tra i due atleti è alla base della riuscita della performance stessa. Esulano da questo discorso prove come quelle dei pali che affondano le loro origini in antiche memorie ed il cui contesto di tensione spesso dà luogo ad un rapporto uomo/fantino che non segue canoni ideali.
Sport svolto da un uomo insieme ad un animale e che coinvolge altri animali: ne sono un esempio la caccia alla volpe (binomio uomo/cavallo che coinvolge anche l’utilizzo di cani e si focalizza sull’inseguimento di una volpe, vera o fittizia che sia) o il team penning (binomio uomo/cavallo che si focalizza sulla cattura di vitelli)
Sport con soli animali comandati dall’uomo: ne sono un esempio le corse di levrieri o anche alcune performance di mascotte che, da simbolo di forza o astuzia nei gagliardetti dei team, possono giungere a dare dimostrazione pratica e sportiva di una performance (come il volo dell’aquila sullo stadio in onore di una specifica squadra di calcio) 
Sport in cui gli animali partecipano solo come vittime sacrificali, come la caccia; dobbiamo dire che al giorno d’oggi sono quasi scomparsi, come è avvenuto per il pigeon shooting, svago dell’upper class inglese in cui vinceva chi uccideva più picconi al volo: divenne addirittura sport olimpico nel 1900, ma oggi è messo al bando quasi ovunque.  Anche il Tiro al Piccione, disciplina olimpica (nella foto l’edizione di Parigi 1900) è stato per fortuna soppresso. 
IAA e dintorni. Non dobbiamo poi tralasciare attività con animali che non sempre hanno a che fare con lo sport, ma per le quali l’interazione uomo/animale rimane fondante anche se lo scopo è diverso o solo parzialmente attinente allo sport: ne fanno parte, ad esempio, gli Interventi Assistiti con gli Animali (equidi, cani e piccoli animali) e le attività di salvamento in acqua con i cani.

 

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