09.06.2020
Istituzionale
Una delle regioni meno colpite. La Basilicata prova a rialzarsi
"Fortunati sì dal punto di vista dei contagi, ma, paradossalmente, penalizzati di più".
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BASILICATA
Gregorio Esposito
Ieri sono stati analizzati 465 tamponi, 464 negativi e uno positivo, appunto. Il numero degli attualmente positivi è quindi salito a dodici. A questi vanno aggiunte, nel complesso, 27 persone decedute.
In base ai numeri, nella piccola Basilicata, l’emergenza è stata davvero contenuta. Fortunatamente. Anche se la guardia, soprattutto per quanto riguarda i centri per gli anziani, rimane sempre alta.
Gli effetti devastanti del Covid-19 hanno colpito duramente la regione lucana, portando ad un'emergenza economica e sociale che sta producendo risvolti negativi per tutti i settori produttivi con rallentamenti nella ripartenza, chiusure forzate e interruzioni delle attività.
“Fortunati sì, ma ugualmente colpiti e, soprattutto, preoccupati per il futuro economico e sportivo della nostra regione”. Così Gregorio Esposito, Presidente del Comitato Regionale ASI Basilicata e consigliere Coni della stessa.
Coronavirus e Sport, qual è la situazione?
"In Basilicata, come del resto in tutto il paese, questo maledetto virus ha contagiato e cambiato il nostro modo di vivere, le nostre abitudini e, inevitabilmente, anche lo sport. Ha toccato non soltanto il mondo professionistico, ma anche quello legato alla promozione sportiva, il mondo ASI per intenderci. Le nostre passioni, il nostro pane quotidiano. I provvedimenti emanati dal Governo in piena pandemia, hanno, di fatto e in modo graduale, fermato tutto lo sport italiano. La chiusura delle competizioni e lo stop delle discipline nei luoghi dove si pratica anche lo sport di base, hanno determinato un grosso sacrificio economico. Soprattutto per coloro i quali che, proprio da queste attività, traggono il sostentamento necessario per sé stessi e le proprie famiglie. In Basilicata poi, le azioni di contenimento dei contagi, hanno avuto un’incidenza maggiore, visto che questo territorio paga già di suo un indice di sportività molto basso rispetto alla media nazionale. E ora ci ritroviamo indietro sotto tutti i punti di vista. Meno colpiti, ma penalizzati maggiornamente.
Un paradosso? Magari, è la triste realtà; la crisi avantza a singhiozzo, tra affondi e frenate".
Come quantifica in termini economici la crisi del settore sport?
"Inevitabilmente, nessun settore è stato risparmiato dalla crisi. Una crisi sanitaria in primis e poi economica. Almeno per ora, visto che prevedo che tra non molto tempo avverrà il percorso inverso…
Senza ombra di dubbio però, con i dati che ho in possesso, possiamo affermare che le ASD più colpite e penalizzate siano state quelle titolari di strutture sportive private. E qui il nostro presidente Barbaro è stato chiaro e categorico, chiedendo aiuti reali al Governo.
Su tale punto, sin da subito, ho lanciato l’allarme e cercato di far accendere i riflettori su queste realtà, evidenziando alle autorità competenti (regione ed enti locali) la necessità di intervenire prontamente con un sostegno economico mirato. Non solo quindi interventi nella direzione di coloro che gestiscono impianti pubblici. Ma anche verso chi, con le risorse private, contribuisce alla formazione dell’offerta sportiva lucana. Lo Sport, come la storia racconta, può regalare delle vittorie, ma ciò avviene solo quando prevale il gioco di squadra.
Anche nelle discipline individuali c'è sempre uno staff alle spalle. È stato questo il principio sposato subito dal mio comitato nella lotta al coronavirus. Ora però bisogna aspettare e capire se i risultati ci saranno. Dallo scetticismo generale, si è passati ad un cauto ottimismo.
Ma non voglio sbilanciarmi. Dal 26 maggio sono state riaperte piscine e palestre, vediamo se tutte riusciranno a sopravvivere…"
È stato giusto bloccare lo sport?
“Beh, certo. Anche se penso si potesse e si dovesse fare prima. Forse ora tutti staremmo meglio. È stata presa una decisione tardiva, ma fondamentale. Capisco anche le difficoltà nel gestire una situazione di emergenza mai vista prima. Anche far giocare le partite a porte chiuse rappresentava una decisione a metà, come si è poi visto dai contagiati tra le squadre di Serie A. Un rischio troppo alto. Soprattutto negli sport ravvicinati e di contatto come il calcio e il basket. Folle anche l’idea di far giocare le partite internazionali. Adesso si contano i danni".
Prevedi comunque una lenta ripresa?
"Io guardo a casa mia e dico di sì. Poi mi auguro di sbagliare ma ci sono regioni che sicuramente supereranno prima l’emergenza. La speranza è sempre l'ultima a morire. Anche se i contagi della Basilicata sono stati limitati, e in quest’ultimo mese addirittura uno solo, abbiamo subito inevitabilmente le restrizioni imposte dal Governo a livello nazionale e ribadite poi a livello locale con le ordinanza presidenziali della Regione. Qui la ripresa sportiva sarà lenta. Però, va dato merito a tutti i lucani che hanno messo al primo posto la salute e al contempo una ripartenza in sicurezza, rispettando sempre il protocollo.. Le mascherine, con la triste guerra al prezzo, indossate sempre e stesso discorso per i guanti.
Come comitato abbiamo sentito viva la vicinanza di ASI Nazionale, ci siamo confrontati, chiariti, aiutati. E ora stiamo ricostruendo. Siamo una piccola realtà, ma stiamo reagendo da grande. Lo sport ed il turismo ci daranno la spinta. Se solo si volesse più bene a questa terra…".
Che intendi?
"Intendo un duplice problema. Da un lato, la nostra regione pare non essere minimamente attrattiva né per coloro che vi nascono, indotti o costretti a cercare migliori opportunità al di là dei nostri confini, né per coloro che vi arrivano per mettere a disposizione la propria professionalità…E questa cosa è deprimente e ingiusta".
Ti senti di fare promesse?
"Non ho certo la bacchetta magica. Impegno sì, quello lo posso garantire a tutti i nostri associati. La nostra rete di palestre, di centri sportivi, di piscine, ora necessita di riattivare al più presto tutti i settori. Farò in modo che anche le nostre proposte potranno trovare un supporto istituzionale autorevole.
Che tipo di proposte?
"Parliamo di proposte come quella che potrebbe determinare una riduzione in bolletta (per associazioni e società sportive che gestiscono palestre e/o impianti sportivi) di accise/tasse in relazione alla durata del periodo di inattività, o anche quella di consentire a tutti gli abbonati di poter detrarre nella successiva dichiarazione dei redditi quota parte dei mesi andati perduti a causa dell’emergenza.
Quelle appena citate sono solo alcune delle iniziative che si potranno sostenere per rendere più agevole la ripresa. Non dobbiamo dimenticare che lo sport, nel patrimonio valoriale di un paese come il nostro, rappresenta un capitale sociale imprescindibile che può dare segnali di incoraggiamento e di ritorno alla normalità già nel breve periodo.
Ma servono anche sostegni per le infrastrutture. E questo è un problema che qui avevamo anche prima dello scoppio della pandemia: la Basilicata ha una lunga storia di opere necessarie e utili bloccate o che procedono a rilento in mezzo a inadempienze, rimpalli e contenziosi, cattiva progettazione, piani finanziari incerti, lievitazioni dei costi".
Obiettivi e speranze future per ASI Basilicata
"L’obiettivo principale del mio comitato sarà quello di rilanciare quelle attività sportive che vengono svolte prevalentemente nei luoghi chiusi. Infatti, mentre con le attività all’aria aperta c’è stata da subito una ripresa, per le palestre c’è stato un drastico arresto che si è protratto per mesi. Per tali motivi, già da settembre, punteremo ad una governance sportiva di rilancio della promozione a 360 gradi che, al contempo, potrà essere anche un laboratorio di idee per sviluppare politiche contenitive dei costi di affiliazione ed ottimizzazione delle risorse attualmente in campo.
A tal proposito confido moltissimo nel ruolo e nell’ulteriore contributo dell’ASI Nazionale quale elaboratore strategico dei dati provenienti dei singoli territori. Bisogna puntare ad un progetto nazionale di ampio respiro per una sana ripresa. Non vogliamo lasciare nessuno indietro perchè ognuno di noi ha sacrificato qualcosa nella lotta al COVID-19".
[ Paolo Signorelli ]
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