17.09.2019
Sport
| Motori
Un viaggio nel mondo delle auto d’epoca
INTERVISTA A CORRADO LOPRESTO
E’ considerato il più famoso collezionista di auto d'epoca italiano nel mondo. Le sue vetture, tutte pezzi unici ed esemplari particolari carichi di storia e rigorosamente italiani, sono protagoniste ai concorsi di eleganza di tutto il mondo e famosa è la passione di Lopresto per i restauri, eseguiti con una eccezionale attenzione ai dettagli e alla conservazione delle condizioni di origine delle vetture.
E’ sposato con Elena, “da quando avevo comprato la prima Balilla”, ha due figlie, Marta e Dora, un figlio, Duccio e tre cani, Tina, Tasso e Isotta: “La mia famiglia, un punto fermo. Senza di loro tutto sarebbe inutile”, sottolinea.
(Corrado Lopresto, tra i collezionisti di auto storiche più importanti al Mondo, secondo il magazine The Key)
Fin dal suo debutto come collezionista, Corrado Lopresto ha cercato e raccolto automobili diverse da tutte le altre, caratterizzate dalla loro unicità e dalla loro storia poco conosciuta. Tutte accomunate dall'essere nate in Italia, essere prototipi o telai "numero uno", ovvero la testa di serie della produzione, la prima uscita.
Negli anni in cui queste macchine – spesso dimenticate – non interessavano a nessuno Lopresto le ha valorizzate e portate alla fama che spesso non avevano avuto nemmeno in passato. Proposte scartate dai costruttori, prototipi, ma anche importantissime pietre miliari del design e dell'industria automobilistica italiana, come la Lancia Florida, la Giulietta SZ Coda Tronca, la prima Isotta Fraschini costruita e la più antica Lancia esistente al mondo. Tutte le auto della collezione hanno così una storia da raccontare, e sono tutte esemplari unici, fuoriserie o auto in qualche modo particolari.
Cominciamo dal più antico mezzo che ha in collezione?
“Una Isotta Fraschini tipo 1902, ma datata 1901, proprio perché il primo esemplare costruito in fabbrica e non ancora in commercio. L’ho trovata in America. Era stata regalata da Mussolini a Henry Ford che, storia nota, voleva cominciare a produrre macchine in Italia e aveva già acquistato terreni vicino Livorno. Ci pensò Agnelli a fermare tutto…
La Isotta Fraschini ha simboleggiato il predominio italiano negli Anni ’20 nel Mondo. E’ stata, per anni, considerato un marchio del lusso, amata da principi, magnati di industria, attori e playboy”.
(Isotta Fraschini, un simbolo nel Mondo)
Quali sono stati i periodi d’oro dell’auto italiana?
“Fino alla fine degli agli Anni ’30 grazie alle grandi motorizzazioni come Isotta Fraschini, Lancia, Ansaldo e Alfa Romeo e Maserati tra le sportive,: quanto di più prestigioso ci potesse essere al Mondo. Competevamo con le marche francesi, che facevano dell’eleganza il proprio punto di forza, e quelle americane caratterizzate da una meccanica straordinaria e carrozzerie molto vistose seppur meno raffinate di quelle europee. Anche in Inghilterra c’era un’ottima tradizione.
Altro periodo d’oro per l’Italia, è legato al primo dopoguerra quando la nostra carrozzeria ha fatto da capostipite di uno stile seguito in tutto il Mondo. Pininfarina, Bertone, Zagato, Touring… dettavamo legge”.
Il “suo” modo di collezionare nasce da profondi studi
“Frequentando e consultando continuamente archivi abbiamo scoperto tanti esemplari. Molti anche sconosciuti. Il tema della mia collezione è il prototipo pezzo unico o primo telaio. Questo lavoro è stato premiato con l’Oscar dell’automobile che la rivista Octane di Londra mette in palio ogni anno. La motivazione era legata all’esaltazione degli artigiani e stilisti sconosciuti”.
Il podio delle auto più importanti nella sua collezione?
“Isotta Fraschini 8a FS carrozzata da Castagna del 1930. Poi l’Alfa Romeo 6c 1750 Gran Sport Zagato/Aprile e terzo posto per l’Alfa Romeo 6c 2005 carrozzeria Touring con la quale ho vinto il primo concorso di eleganza a cui ho partecipato a Villa d’Este nel 2001, vincendo all’esordio la Coppa d’Oro”.
E la più elegante?
“La Lancia Florida 4 porte. Dal 2001 ha vinto 260 premi in concorsi di eleganza sparsi nel globo, come le quattro Coppe d’Oro a Villa d’Este”.
Già all'età di 18 anni, cimentandosi personalmente nel suo primo restauro, Corrado Lopresto ha scoperto l'arte del restauro filologico, imparando sul campo grazie all'aiuto dei fratelli Giordano, anziani restauratori di Reggio Calabria.
Questa attenzione lo ha portato, nel 2016, all’UNESCO insignito per un premio per aver restaurato con tecniche che si avvicinano a quelle dei dipinti d’epoca. Ha portato la macchina a Parigi, al palazzo dell’organizzazione ONU per la cultura, dove è stata richiesta una spiegazione sul tipo di approccio al recupero dell’auto, conservativo (“anche con qualche ruga la macchina può essere bellissima pur senza un restauro invasivo”) che viene – spiega – anche da una sensibilità legata a una sensibilità artistica tipica di noi italiani
Restauri operati con grande attenzione alla conservazione delle condizioni di origine delle vetture. Cosa può dirci?
“Tutte le auto che entrano a far parte della Collezione sono sottoposte ad un approfondito lavoro di ricerca, possibile grazie al ricco archivio di documenti raccolti negli anni, all'aiuto dei maggiori esperti del settore e alla ricerca sul campo.
Grazie a questi studi è possibile ricostruire nel dettaglio la storia di ogni singola auto. Solo in questo modo si può procedere ad un restauro accurato, che riporti l'automobile alle condizioni d'origine rispettandone al massimo la storia.
L'unicità delle auto della collezione rende necessari studi dedicati, non potendo rifarsi ad un modello di serie, ed il restauro è sempre il compromesso tra la restituzione dell'aspetto che l'auto aveva in origine e la conservazione di tutto ciò che è arrivato fino a noi, magari con modifiche "storiche" che possono essere preservate. Attraverso processi in alcuni casi assolutamente nuovi, alcune auto della Collezione sono state restaurate con un approccio totalmente conservativo, senza la sostituzione di nessun particolare.
Una storia da raccontare è quella dell’Alfa Romeo Giulietta Sz “Coda Tronca” del 1961. La sua particolare aerodinamica, studiata dai designer Elio Zagato e Ercole Spada, ha consentito all’Alfa di tornare a vincere nelle gare, dopo il dominio delle Lotus. L’ho trovata in un garage a Philadelphia, negli Usa. Al Concorso di Villa d’Este nel 2016 ha vinto il premio Fiva, con il patrocinio UNESCO. Ho fatto eseguire il lavoro di restauro conservativo solo su metà vettura, per apprezzare il recupero dell’auto senza riverniciatura. Una macchina restaurata per metà… mai successo”.
(Alfa Romeo Giulietta Sz “Coda Tronca” del 1961 in mostra al concorso di Villa d'Este. Il restauro solo su metà vettura)
Corrado Lopresto, 60 anni, è diventato il più famoso collezionista italiano di auto d’epoca nel mondo, grazie anche alle suggestioni magiche dell’infanzia, trascorsa a Bagnara Calabra.
Come è iniziata questa passione?
“Mi ricordo di quando bambino passavo le giornate tra vecchi fienili, immersi nella campagna meridionale, dove gli zii, benestanti, custodivano vecchi modelli di autovetture che non usavano più…
Con i cugini giocavamo nei fienili. Saltavamo dentro quelle macchine, facevamo finta di essere Nuvolari e di guidarle. Papà era, invece, imprenditore ferroviario. Fuori casa, in campagna c’erano dei binari con sopra dei carrelli: e diventavamo, saltandoci su, anche dei piccoli ferrovieri”.
Quale è stata la prima macchina di gioventù?
“Comprata, 40 anni fa, una Fiat 1100. Ci andavo in giro a 18 anni”.
Come ha iniziato a collezionare macchine?
“Molti prototipi dell’Alfa Romeo erano rinchiusi in magazzini del Portello, dove l’azienda aveva sede prima del trasferimento ad Arese. Io acquistai quelle auto, destinate alla demolizione, a prezzi irrisori”.
Cosa c’è nel futuro del settore?
“Uno spostamento dell’idea meccanica proteso all’elettrico e alle nuove tecnologie. Ma proprio per questo saranno ancor più valorizzati quei profumi, quei pellami, quelle carrozzerie che identificheranno un’epoca avventurosa e romantica”.
E cosa c’è nel suo di futuro?
“Ora ho messo, ad esempio, alcune delle mie auto a disposizione per una serie Tv. Magari, nel domani potrò dedicare alle mie passioni più tempo possibile”.
Altre passioni oltre l’auto?
“La nautica, il mare che ho frequentato sul cassero di barche d’epoca. E poi lo sport. In particolare il Karate che ho praticato con ottimi risultati diventando una delle prime cinture nere della Calabria. Ma la vera passione è e resterà sempre la mia famiglia”.
Un settore denominato "Veicolo ed eventi storici" è presente nell'Ente dal 2014. Il Responsabile è Walter Cerrato.
"Veicolo storico è per noi tutto ciò che è semovente con una attività di motore a due, tre, quattro o più ruote.
Dal 2014 siamo presenti con macchine e moto esposte ad 'Automotoretrò', il salone oggi più importante d'Italia, al Lingotto di Torino.
Attraverso il Comitato ASI Piemonte abbiamo avuto per tanti anni anche una premiazione di piloti attivi nell'Ente. E varie anche le gare di scuderia, regolarità e una di queste è in procinto di essere svolta: tra qualche settimana, la Poggio-Berceto.
Abbiamo creato addirittura un museo in cui sono esposte le vetture e le moto d'epoca a San Colombano a Genova che, come attività, svolge anche raduni. Duemila metri quadri tra mezzi, ricambi, storia e memorabilia".
Cerrato è anche socio, sin dai primi anni, dell'Automotoclub Storico Italiano e da vent'anni anche Presidente anche dell'associazione (affiliata ASI) Automotoclub Storico Sportivo Italiano.
Come ASI la nostra filosofia è che veicolo storico debba essere protetto e rimessato ma anche mostrato sul suo terreno naturale, la strada".
ASI ha compiuto 25 anni e alle Asiadi, la kermesse di tre giorni per i festeggiamenti, era presente l'associazione Miglio Corse, presieduta da Paolo Di Pinto: "Abbiamo portato, tra le altre, anche una Lancia Delta integrale Gruppo A, vettura che ha partecipato e partecipa a rally storici validi per il campionato europeo, una Morgan degli Anni '50, vettura con il telaio in legno, icona di quegli anni e una nostra FIAT 500. E' per noi stato un onore essere testimoni di un evento storico".
[ Fabio Argentini ]
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