28.05.2020
Istituzionale
Sport come inclusione sociale
Un protocollo importante per lo sport come mezzo di inclusione. Tra gli impegni, quello di favorire la diffusione dello sport tra gli utenti delle Comunità terapeutiche e dei Centri di prevenzione e recupero della tossicodipendenza.
“La nostra associazione e l’ASI: entrambi Organismi impegnati nella promozione dello sport come strumento di inclusione sociale, di sostegno alle fasce più deboli e di prevenzione alla devianza giovanile. Per questo, con reciproca soddisfazione, è stata firmata una convenzione finalizzata ad accrescere e sviluppare le nostre azioni, ad aumentare il coinvolgimento di Istituzioni Enti Locali, Scuole, etc. al fine di promuovere lo studio, la conoscenza e la pratica dell’attività sportiva in ambito sociale ed educativo con particolare attenzione ai soggetti con disagio sociale”, così spiega Marco Angeleri, Segretario Nazionale di Sport e Comunità, associazione benemerita del CONI.
Nata agli inizi del 1995, grazie alla consapevolezza della straordinaria importanza dello Sport quale strumento di prevenzione e di recupero dalla droga e disagio giovanile, unisce alcune alcune tra le più importanti realtà (Fondazioni, Enti, Associazioni) che da anni si occupano in Italia e in altri Paesi del Mondo di tossicodipendenza, carcere e gravi marginalità sociali.
L'obiettivo dell’associazione è quello di progettare e realizzare iniziative di promozione dell’attività sportiva, ed iniziative di sensibilizzazione, volte a promuovere l’inclusione sociale e a diffondere i valori dello Sport in tutte le realtà coinvolte.
Lo scopo della convenzione
E scopo della convenzione, stipulata con ASI, sarà quello di favorire la diffusione e la promozione delle attività sportive e di corretti stili di vita tra gli utenti delle Comunità terapeutiche e dei Centri di prevenzione e recupero della tossicodipendenza, e nonché per promuovere la prevenzione del disagio, della marginalità sociale e della tossicodipendenza, anche al fine di realizzare la piena dimensione umana, sana ed educativa implicita nella natura dello sport. Si tratta di realizzare un vero e proprio “patto associativo per lo sviluppo delle attività” nell’interesse dei praticanti, dell’associazionismo di base, delle Comunità terapeutiche e dei Centri di prevenzione e recupero della tossicodipendenza e delle comunità locali, fermo restando i diritti del rapporto associativo dei soggetti affiliati presso una o presso tutte e due le Parti.
I Presidenti di ASI e Sport e Comunità
“Lo sport riveste carattere di fenomeno culturale, di grande rilevanza sociale”, spiega Claudio Ciampi, Presidente di Sport e Comunità. “Riteniamo che lo sport, per le insite implicazioni di carattere educativo, tecnico, sociale e ricreativo, debba essere considerato un vero e proprio valore fondamentale per l’individuo e la collettività; in particolare può svolgere un’importante funzione educativa, sociale e culturale per la prevenzione e il recupero di tutte le forme di tossicodipendenza e di ogni forma di marginalità e disagio sociale; contribuisce a diffondere valori morali, culturali e sociali riconducibili alla pratica delle attività motorie e sportive".
"L'unione di intenti tra queste due realtà associative prenderà forma attraverso una programmazione congiunta, basata sulla messa in rete delle diverse competenze", sottolinea il Presidente ASI, Claudio Barbaro. "Daremo vita ad attività a carattere sportivo, ricreativo, culturale ed insieme formativo: iniziative che mirano al benessere e all’inclusione. Perché lo sport è cultura dell'inclusione.
Lo sport diffonde valori come lealtà e rispetto delle regole. Ed è un mezzo straordinario per conoscersi, imparare insieme – così come insito nel nome dell’associazione Sport e Comunità – ad arrivare al traguardo e superare le barriere".
La staffetta, con tappe giornaliere di 100 Km., attraversa l’Italia con un percorso di circa 3.000 Km. Un evento che si pone la finalità di sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi del disagio giovanile e del ricorso alle droghe ma anche di “aprire” le comunità e centri (pubblici e privati) impegnate nel recupero di tanti giovani al confronto con le associazioni sportive e la gente.
Raduno Nazionale Sportivo delle Comunità
La settimana della manifestazione che ha visto, nell’ultimo appuntamento giunto alla XXIV edizione, ha visto la partecipazione di 250 ragazzi/e provenienti da 13 comunità (dalla Sicilia al Piemonte) è stata caratterizzata dalla promozione dello sport attraverso l’organizzazione di tornei ed esibizioni sportive di: calcio a 5, pallavolo, beach volley, bocce, beach tennis, tennis tavolo, basket ed atletica leggera. Inoltre si sono svolti eventi culturali quali il convegno dal titolo “Lo sport è vita che si attraversa in movimento” nel quale sono stati gli stessi ragazzi delle comunità a porre le domande inerenti l’importanza dell’attività sportiva nel cammino comunitario. Non poteva mancare il consueto omaggio agli indimenticabili “Giochi Senza Frontiere” con lo sport accompagnato da momenti di sana goliardia e spensieratezza.
Il Raduno Sportivo vede la partecipazione oltre che delle comunità per la lotta alla droga, anche di strutture che si occupano di rifugiati a ribadire, ove ce ne fosse ancora bisogno, dell’importanza dello sport come strumento di inclusione sociale ed integrazione.
Raduno Invernale delle Comunità
Corsi di sci e snowboard, incontri di Volley e Calcio a 5. L’esperienza del Raduno Invernale è importante sottolineare, differisce completamente rispetto al Raduno Sportivo Nazionale. L’attività sportiva, la competizione, le serate musicali presenti nell’evento estivo lasciano il posto ad una gestione diretta delle comunità della propria giornata che ruota principalmente nell’apprendimento dello sci e nel rapporto con la montagna.
[ Fabio Argentini ]
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