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20.06.2022

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| Atletica Leggera

Run for SLA. Jacobs ospite d’eccezione: “Ho trasformato i momenti di difficoltà in motivazione”

Il campione olimpico spiega il motivo dei suoi tre gesti scaramantici.
Domenica 19 Giugno il Lions Club Colli Morenici di Brescia ha organizzato a Bedizzole uno spiedo solidale con lo scopo di raccogliere fondi a favore dell’evento charity denominato Run for SLA (corsa podistica a tappe con lo scopo di raccogliere fondi per la cura e l’assistenza dei malati di SLA) di cui ASI è Ente patrocinatore e che vede il Consigliere Nazionale ASI Davide Magnabosco membro attivo in quanto componente del Comitato Organizzatore. Ospite d’eccezione dell’evento è stato la nuova stella olimpica Marcel Jacobs (cresciuto a Desenzano del Garda) insieme alla moglie Nicole Daza e alla mamma Viviana Masini. Con l’occasione la delegazione di Run for SLA ha omaggiato Jacobs con una targa di ringraziamento per l’aiuto all’iniziativa e Davide Magnabosco ha portato una testimonianza di vicinanza del nostro Ente donando a Marcel, un Trofeo in Cristallo (foto a sinistra).
Marcel si racconta nel suo libro. Si racconta come una persona (normale) che ad un certo punto è diventato non solo un campione sportivo ma una vera e propria leggenda dopo aver vinto la medaglia d’oro più importante ai Giochi. Spiega ai presenti come l’essere un campione non vuol dire solo avere un corpo che va veloce, ma che ci vogliono anche tanto cuore e soprattutto testa. “Diciamo che principalmente ho voglia di far vedere e capire chi è la persona dietro all’atleta, che al di fuori di quello che tutti dicono in base ai risultati sportivi (più o meno riassumibili in Super Jacobs) c’è una persona normale dietro, una persona che ha avuto e vissuto una vita per arrivare a fare tutto quello che è stato fatto, che non è stata una vita sempre semplice con tanti momenti di alti e bassi, tanti momenti di delusioni e tanti momenti difficili. Momenti di difficoltà che però penso siano quelli che mi hanno portato ad essere quello che sono oggi e quindi ho voluto raccontare come si può prendere i lati positivi di tutto quello che succede nella vita e cercare di trasformali in qualcosa a proprio favore, alla ricerca delle giuste motivazioni”.

Per questo Jacobs decide di scrivere un libro (Flash. La mia storia)… “Il motivo e la storia che voglio raccontare nel mio libro è proprio riassumibile in questo, ovvero che io non sono un super eroe arrivato sulla terra da un altro pianeta che ha conquistato la medaglia d’oro olimpica nei 100 mt, ma sono una persona come tutte le altre che si è fatta “il mazzo” per tutta la vita, che si è dedicato veramente tanto a quello che voleva fare, ha avuto un sogno fin da bambino e ha continuato a svilupparlo e consolidarlo fino a raggiungerlo. Il messaggio più importante che voglio dire a tutti ragazzi è di continuare sempre a credere nei propri sogni (e soprattutto di averne) e di poter riuscire a raggiungerli sempre. Se 2 anni fa mi avessero detto che avrei vinto la medaglia d’oro nei 100 mt alle olimpiadi sarebbe sembrato inverosimile e invece oggi siamo qui a festeggiare questo evento”.

Jacobs, nel corso dell’incontro, ha spiegato il perchè dei suoi tre gesti rituali: “Il primo è un segno con le due mani che mima i paraocchi, vuol dire tante cose ma soprattutto il focalizzarmi in quello che voglio veramente. Mi sono reso conto che finché mi focalizzavo su quello che gli altri volevano da me… non ho combinato nulla. Da quando ho iniziato a focalizzarmi su quello che volevo io veramente… i risultati sono cominciati ad arrivare. 
Il secondo è il cuore, perché ci ho messo e ci metto sempre molto cuore in tutto quello che ho fatto quindi facendolo mi ricordo e mi stimolo ad usarlo anche in quel momento.
Il terzo sono le braccia incrociate sulle spalle che ha una genesi più complessa, diciamo che è come se prendessi il mio bambino interiore e lo mettessi sulle spalle rassicurandolo di quello che stiamo facendo e di non avere paura di nulla perché da bambini siamo diventati uomini e con tutta la strada che abbiamo fatto se siamo lì in quel momento dopo aver superato tutti gli errori fatti è perché ne siamo capaci e quindi è come se gli dicessi di mettersi comodo sulle mie spalle e godersi il viaggio”.

Grazie Marcel e in bocca al lupo per il tuo futuro.

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