17.02.2020
Istituzionale
Foro Italico. Uomini nella storia
Nel convegno organizzato dall’Associazione Culturale M.Arte, che si è svolto il 12 febbraio 2020 presso il museo Crocetti di Roma, io ho preferito raccontare una storia di Eroi, di Grandi Uomini protagonisti di una incredibile avventura, fatta di innovazioni culturali, ingegneristiche ed architettoniche, sostenuti da una irripetibile situazione politica che ha fatto propri gli stimoli e le opportunità che questi artisti potevano offrirle e, a sua volta, la vicenda di un Capo politico che ha deciso di sostenere e difendere un movimento artistico ed architettonico che ha varcato i confini dell’Italia e del Ventennio diventando, dopo il Rinascimento, il più importante movimento culturale mondiale di creazione totalmente italica.
Davanti ad una sala convegni stracolma ed estremamente attenta e preparata, abbiamo così, simpaticamente e rapidamente, ripercorso le vicende umane e lavorative dei quattro grandi protagonisti della ideazione e realizzazione del Foro Mussolini: Renato Ricci, Enrico Del Debbio, Luigi Moretti e Costantino Costantini.
Partendo da un resoconto di come l’area del Foro Italico fosse, in realtà, un boschetto paludoso posto sulle rive del Tevere a fianco del Tiro a Segno nazionale, unica struttura esistente all’epoca nell’area su cui oggi sorge il Ministero degli Esteri, abbiamo rivissuto insieme le fasi salienti dell’ascesa e della caduta di quanti hanno lavorato a questa opera strategica per il regime fascista, a cominciare dal suo ideatore, artefice e deus ex machina, Renato Ricci, eccezionale atleta e studioso che incarnava perfettamente l’ideale di Uomo Nuovo a cui Mussolini voleva portare a somigliare i nuovi italiani del XX Secolo. Colto, sportivo ed entusiasta, Ricci è l’artefice di un’idea destinata a cambiare per sempre il modo di educare i giovani italiani: prendendo spunto dal movimento dei boy scout di Baden Powell, Ricci propose al nuovo Capo del Governo di dare vita ad una totale riorganizzazione della gioventù dal punto di vista fisico e morale.
Il coraggio e lo spirito del non ancora trentenne Renato Ricci diedero il via alla nascita della ONB, Opera Nazionale Balilla a cui fu affidata la realizzazione del Foro Mussolini, la cui direzione dei lavori fu affidata ad un architetto trentaquattrenne, Enrico Del Debbio, che in soli sei anni ha lasciato all’umanità il suo prezioso patrimonio di edifici: l’Accademia di Educazione Fascista, oggi nota come “Palazzo H del CONI”, la Colonia Elioterapica di Monte Mario, gli edifici delle Foresterie Nord e Sud, ma soprattutto lo Stadio dei Marmi, opera di ispirazione ellenistica in cui la Scultura si fonde nell’architettura costituendone la parte preponderante.
(Scultori a lavoro. Le statue dello Stadio dei Marmi)
Mondialmente riconosciuto come il più grande architetto del Razionalismo, proprio al Foro italico Moretti ci ha lasciato in eredità le sue tre più grandi opere: la Piscina Pensile, la Palestra del Duce e, naturalmente, la Casa delle Armi.
Per concludere la nostra veloce galoppata, abbiamo infine raccontato la storia di un eroe misconosciuto, ingegnere ed architetto dotato di un talento totalmente innovativo per scelte tecnologiche tutt’ora di avanguardia: Costantino Costantini, che con i suoi 24 anni è addirittura il più giovane tra tutti i nostri attori. Colto e sportivo, di carattere più mite rispetto ai due grandi amici-nemici Del Debbio e Moretti, è l’autore delle strutture di tutti i principali edifici del Foro, ma abbiamo voluto ricordarlo soprattutto per i suoi due edifici simbolo: l’Edificio delle Terme, a sua volta destinato a contenere i locali della palestra del Duce e della piscina pensile, e per essere stato l’artefice della posa del simbolo universale del Foro, un unico blocco di purissimo marmo di Carrara del peso di 350 tonnellate e di 17 metri di altezza: il Monolite.
Dettagli ed aneddoti sui contrasti, sul carattere e sulla vita e le opere di questi quattro Giganti italiani hanno divertito ed interessato quanti sono voluti gentilmente venire, in nostra compagnia, a trascorrere due ore al Museo Crocetti grazie all’iniziativa dell’Associazione Culturale M.Arte, senza la quale questo evento non avrebbe avuto luogo.
[ Fabio Bugli, architetto ]
Foto Fabrizio Bruschelli
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