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05.04.2022

Istituzionale

Don Lino Zani, un missionario in Amazzonia

Premio Italiani nel Mondo 2022.

“Missio ad gentes”, la Chiesa che deve essere aperta al mondo. Il decreto del Concilio Vaticano sull’attività missionaria della Chiesa, promulgato da Paolo VI nel 1965 e divulgato da Mons. Luigi Morstabilini che, da vescovo di Brescia, visitò le parrocchie della provincia: “Grande uomo, ispiratore dell’apertura della Chiesa al dialogo con la gente; a lui debbo questa opportunità”.  A lui Don Lino Zani deve la propria vocazione missionaria.
Sacerdote nato nel 1948 a Ossimo, nella bresciana Valle Camonica, Don Lino aveva presto dimostrato la propria vocazione religiosa tanto che, un anno prima dell’ordinazione sacerdotale, aveva trascorso da diacono un anno in Brasile.
È una persona schiva, rifiuta ogni pubblicità e se ci sono dei meriti li divide subito con altri. Infatti, nel suo messaggio di ringraziamento ci disse: “Mi domando: perché proprio a me, un prete sconosciuto in un posto sconosciuto? Poi mi sono detto: forse avete scelto me per rappresentare tutti quegli italiani che all’estero cercano di costruire un mondo fatto di pace, fraternità, giustizia. Un mondo dove a tutti sia offerta la possibilità. Ringrazio anche a nome di tutti gli altri preti, suore e laici impegnati nel Terzo Mondo per fare del bene”.

Mi accingo a proporgli un’intervista perché la gente conoscesse un po’ lui e l’attività missionaria; risponderà alle mie domande solo per educato atto di riconoscenza verso il nostro Premio Italiani nel mondo che lo ha davvero emozionato.

Ha avuto difficoltà di ambientamento nella veste di missionario?
“Quando venni in Brasile non fui calato dal cielo; arrivai nella diocesi di Aracuai, nella regione Vale do Jequitinhonha, la più povera del Brasile (stato Minas Gerais) dove c’erano già altri cinque bresciani. La gente fu molto accogliente e mi fu facile trovarmi bene”.

Per la lingua come ha rimediato?
“Il portoghese dei brasiliani è più solare, poi con l’aiuto di un po’ di latino, francese e italiano non ho avuto grandi problemi. Per assimilare i costumi e le abitudini ci vuole una vita, ma graças a Deus e alla pazienza della gente penso di esserci riuscito”.

In tutti questi anni di missione come ha visto evolversi il Brasile?
“Il Brasile è un grande Paese in costante cambiamento. Impossibile, come vorrebbe qualcuno abituato a tutto, volere che la gente, i costumi siano intercambiabili. Purtroppo, oggi, con la globalizzazione, alle cose belle, altre non lo sono, mi riferisco alla povertà, alla miseria e alle diseguaglianze sociali. Qui in Amazzonia mi sono incontrato con l’immensità della regione, la mancanza di sovrastrutture basiche. Nel comune l’amministrazione ha installato il fotovoltaico. La salute è il punto dolente; siamo all’interno del SUS, il Sistema Unico Sanitario fa acqua da tutte le parti”.

La vostra presenza missionaria è sempre attuale?
“Penso che la nostra presenza come Chiesa Cattolica (disprezzata ed anche combattuta da certe autorità e da taluni mass media) sia sempre più importante, almeno aiuta a riflettere. Purtroppo, le moltissime denominazioni evangeliche pentecostali non aiutano e ostacolano un discorso di liberazione. Qui siamo ancora un bel gruppo di preti stranieri anche se sta aumentando, grazie a Dio, il numero dei preti autoctoni, il laicato è locale. Siamo ancora lontani dal sogno di avere una società più giusta e solidale.  Se vogliamo sintetizzare come è la condizione sociale di questo territorio ecco questi due modi di dire: ‘Il povero va avanti quando ha la polizia dietro’ e ‘Il progresso per il povero ci sarà il 30 febbraio'”.

Don Lino, possiamo concludere con un consiglio?
“Come consigli è meglio non darne, comunque la prima cosa è avere un cuore grande e il coraggio di sognare”.

 

Il messaggio vocale di Don Lino Zani al nostro Presidente Claudio Barbaro

 

 

RITRATTO DI DON LINO ZANI

Ossimo è un tranquillo paesino della provincia di Brescia dove Antonio Zani e Tommasina Zendra dal 1948 al 1961 hanno avuto quattro figli. Il primo, Lino, palesa presto che la sua vocazione è il sacerdozio e, presa la licenza media, va in seminario.

Nel 1974, ancora diacono, lo mandano per un anno in Brasile. L’attrazione è reciproca perché, subito dopo l’ordinazione sacerdotale celebrata proprio nella parrocchiale di Ossimo Inferiore, una chiesa che si affaccia spavalda sulla Valle Camonica, don Lino torna in Brasile. È il 1975 e vi resta fino al 1997 quando rientra a Ossimo per assistere la mamma.

Gli affidano allora la parrocchia di Villa di Lozio, dove lo ricordano ancora con affetto, e poi di Malegno che nel 2019 gli conferirà il Premio “Mitres Terram Possident”.

È il 2012, ormai tempo di tornare in missione. Lo mandano per undici mesi in Mozambico per sostituire un confratello e subito dopo, accogliendo l’invito del Vescovo come “fidei donum”, un dono di fede, il definitivo rientro in Brasile, nello stato di Amapà dove è tuttora. Sovrintende 75 comunità, per 18.000 abitanti, in un territorio di 17.000 km2 nel bacino del Rio Amazonas. Il Brasile gli è riconoscente e le municipalità di Itaobim, nel 1980, e Jenipapo de Minas, nel 2006, gli conferiscono la cittadinanza onoraria.

Un impegno religioso e sociale non indifferente per il quale il Premio Italiani nel Mondo è proprio dovuto…

 

 


La frase impressa nel premio: “Per aver scelto come missione di vita, di elevare la dignità degli umili”

Il Premio Italiani nel Mondo
Annualmente ASI assegna dei premi a uomini, donne e soggetti istituzionali che partecipano alla vita dell’Ente e contribuiscono a diffondere lo sport, mostrandone le numerose potenzialità. Una targa è concessa agli italiani che si sono distinti nelle arti, nello sport e nel sociale al di fuori del nostro Paese. Il Premio ‘Italiani nel Mondo’ è ormai un riconoscimento tradizionale e ambito in casa ASI. Sono membri della Commissione giudicante i nostri Sebastiano Campo,  Natalina Ceraso Levati, Vittorio Fanello, Sandro Giorgi, Giuseppe Scianò. Il suo Presidente è Gianmaria Italia, giornalista, Consigliere Nazionale ASI, dirigente di lungo corso che, attraverso questa rubrica, vuole far conoscere le eccellenze italiane che ASI, nel tempo, ha deciso di premiare.


 

[  Gianmaria Italia  ]
Presidente della Commissione del premio ASI Italiani nel Mondo
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