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04.09.2020

Istituzionale

Il mondo dello sport per l’atleta iraniano condannato a morte

ASI. "Fermare l'esecuzione"

Nell’estate 2018, decine di migliaia di manifestanti sono scesi in piazza nelle città di tutto l’Iran per denunciare le difficoltà economiche e la repressione del regime. Il 17 settembre 2018, nel corso di queste manifestazioni il campione di wrestling Navid Afkari, 27 anni, è stato arrestato e poi condannato a morte per l’omicidio di una guardia giurata durante le proteste a Shiraz, nella provincia di Fars. 

Un'agenzia di stampa iraniana collegata alla televisione di stato, giovedì ha reso noto che la condanna di Navid Afkari è stata confermata dalla Corte Suprema. I due fratelli di Navid, Vahid Afkari e Habib Afkari, sono stati ugualmente condannati, rispettivamente a 54 e 27 anni di prigione. Tutti e tre sono stati anche condannati a 74 frustate.

Ma vari rapporti raccolti dalle organizzazioni per i diritti umani attive in Iran indicano che "il wrestler ha soltanto partecipato a una manifestazione antigovernativa nelle strade di Shiraz". Per di più, in una registrazione audio trapelata dalla prigione dove è detenuto, Afkari ha detto di essere stato torturato. Sua madre, nel frattempo, ha affermato che i suoi figli sono stati costretti ad accusarsi reciprocamente sotto tortura. L'avvocato dei fratelli, Hassan Younesi, ha scritto su Twitter che contrariamente a quanto sostenuto dalle autorità iraniane, non ci sono prove visive del momento del crimine, quando la guardia giurata Hassan Torkman è stato ucciso, e il filmato utilizzato come prova mostra scene di un’ora prima dell’omicidio.
Anche l'Associazione rifugiati politici iraniani in Italia ha lanciato un appello al mondo sportivo italiano: "È un atto disumano. Vi chiediamo con tutta la forza di trasmettere a tutte le società sportive italiane di partecipare a questo grido di aiuto", ha dichiarato Davood Karimi, Presidente dell’associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia.

Una petizione in cui si chiede di salvare la vita di Afkari ha raccolto migliaia di firme e l’ASI, con il mondo dello sport, si unisce a questo appello per fermare l’esecuzione dell’atleta iraniano.
 

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