Scatti nella Storia
MONTE ELBRUS

La bandiera ASI sulla vetta più alta d’Europa

“Sono un appassionato della montagna non un professionista. Portare su una cima così alta e impegnativa la bandiera ASI ha avuto il significato anche di dimostrare a tutti che, anche quando si è piccoli, se si è motivati, se si crede in qualcosa e se qualcuno crede in te, allora si possono fare grandi cose. Questo il motivo principale per cui ho condotto quella bandiera lassù e mi sono cucito lo scudetto ASI sulla giacca. Se dovessi usare una parola sola per spiegarmi meglio userei ‘appartenenza’”.

A raccontare la sua avventura è Luca Marcato, attualmente Vicepresidente del Comitato Provinciale ASI di Genova, che ha compiuto una vera e propria impresa scalando, da “dilettante”, il Monte Elbrus, la vetta più alta d’Europa situata in Russia e facente parte della Catena montuosa del Caucaso.

Il Monte Elbrus, a dire il vero, solo per alcune prestigiose fonti geografiche è considerato il picco d’Europa, giocandosela con il nostro Monte Bianco. Il mistero è dovuto alle diverse convenzioni che possono essere adottate per definire la posizione del confine orientale europeo: mentre nei Paesi dell’Europa continentale e in Russia si assume che il confine naturale tra l’Europa e l’Asia passi per la depressione del Kuma-Manyč, nei paesi anglosassoni viene spesso assunto che il confine euroasiatico passi per lo spartiacque del Caucaso, includendo conseguentemente il monte Elbrus all’interno dell’Europa. Ma questi sono, forse, solo dettagli…

Un “dilettante” che raggiunge la vetta più alta d’Europa. Raccontaci dove nasce questa passione per l’alpinismo… “Nonostante abbia sempre praticato arti marziali (sono cintura nera terzo Dan di Taekwon-do e istruttore federale della FITA) la montagna ha sempre fatto parte della mia vita. Sin da bambino la passione per le montagne ha avuto il sopravvento su di me, ero attratto dai panorami che queste ti concedevano. A 12 anni avevo già scalato la Marmolada (la vetta più alta del Trentino Alto Adige) con mio Padre. Dai 19 anni in poi si è rafforzata in me una passione smisurata per il verticale. Ho fatto tante scalate: massiccio del Monte Bianco, Monte Rosa, Gran Paradiso. La mia non è una professione, ma da alpinista credo di aver dato sempre il massimo”.

A fine estate 2016 l’idea nasce quasi per scherzo quando Luca, parlando col suo amico Roberto, gli propone questa pazza idea. Accettata subito, i due amici sotto Natale avevano biglietti aerei e permesso di scalata. A gennaio 2017 inizia una preparazione fisica specifica: 30 km di corsa alla settimana, con le sessioni più importanti, al fine di abituarsi alla stanchezza e al freddo. Tante spedizioni sui monti Valdostani e uscite in tenda a 3800 metri di quota per imparare a gestire il bivacco e corpi in condizioni di freddo estremo.

Avete necessitano di un qualche tipo di aiuto durante la spedizione? “Abbiamo deciso di andare autosufficienti, senza interpreti, guide locali o guide di montagna professioniste. Abbiamo scalato in “stile alpino” leggeri (si fa per dire avevamo zaini da 35 kg ciascuno) dormendo in tenda e bevendo dopo aver sciolto ogni volta il ghiaccio nei fornelletti.

 

Il Monte Elbrus

Il Monte Elbrus è la vetta più alta della catena del Caucaso e della Russia. È considerata una delle Sette meraviglie della Russia e condivide assieme al Monte Bianco un posto tra le cosiddette Seven Summits del Pianeta (le montagne più alte per ciascuno dei sette continenti della Terra). Il nome significa picchi gemelli, per la presenza di due cime quasi uguali per altezza: la cima orientale è alta 5.621 m, quella occidentale (la più elevata) 5.642 m s.l.m. Secondo altri, invece, il nome significa cima conica. L’Elbrus è considerato da molte fonti la montagna più alta d’Europa e pertanto una delle Seven Summits del Pianeta, al posto del Monte Bianco. L’ambiguità è dovuta alle diverse convenzioni che possono essere adottate per definire la posizione del confine orientale europeo: mentre nei paesi dell’Europa continentale e in Russia si assume che il confine naturale tra l’Europa e l’Asia passi per la depressione del Kuma-Manyč, nei paesi anglosassoni viene spesso assunto che il confine euroasiatico passi per lo spartiacque del Caucaso, includendo conseguentemente il monte Elbrus all’interno dell’Europa.

 

A queste altitudini come si gestisce il freddo e il proprio corpo? “Abbiamo incontrato condizioni meteorologiche avverse con continue nevicate e tanto, tanto freddo! A 5000 metri ho avuto un problema ai piedi, troppo freddo, non me li sentivo più e ho pensato di mollare, di ritirarmi. Ho avuto paura per la mia incolumità fisica e ho pianto per la delusione. In quel momento la cordata è stata determinante! I compagni mi hanno tranquillizzato e incitato e dopo 11 ore di scalata senza sosta alle 12.15 del 26 agosto 2017 ero in vetta alla montagna più alta d’Europa: 5.642 mt sopra il livello del mare! Di 10 spedizioni oltre i 4000 metri che abbiamo fatto per allenarci abbiamo conquistato solo 4 vette. Quello che può sembrare un insuccesso è stato invece un allenamento di umiltà importantissimo! La rinuncia, infatti, per uno sportivo o un atleta è il risultato agonistico più difficile da affrontare!”.

Soddisfatto di questa esperienza? “La spedizione nel complesso è andata benissimo. Ho portato con me una bandiera a cui devo tanto, quella dell’ASI: con l’Ente è stato subito amore a prima vista, per l’attenzione che mi ha dato il Presidente provinciale Silvestro Demontis e per l’aria frizzante di associazionismo dinamico che si respira.

Luca, grazie a te e alla tua squadra, ASI è sul monte più alto d’Europa! Alla prossima avventura…

 


SCATTI NELLA STORIA.
La galleria fotografica

 

In Primo Piano
Ultimi Scatti nella Storia