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07.07.2024

Terzo Settore

“Chi opera nello sport, per diffondere sani valori e principi, è un Cavaliere”. Intervista a Silvestro Demontis

I CAVALIERI DELLO SPORT NELL’ANNO DEL DECENNALE.

La cornice è sempre la stessa: l’Hotel Mercure della località San Biagio, Genova. Si è tenuta qui anche quest’anno l’edizione numero 10 dei Cavalieri dello Sport, il prestigioso appuntamento ideato quindici anni fa dal Gran Cavaliere Silvestro Demontis, e promosso dall’Ordine Nazionale dei Cavalieri dello Sport, Associazione no profit che dopo un lungo percorso sta studiando le carte per ottenere il riconoscimento quale Associazione Benemerita del CONI, grazie all’impegno di ASI, Ente patrocinante dell’Ordine.

Cavalieri dello sport nel suo Decennale
“L’edizione 2024 è stata particolarmente significativa – dice Silvestro Demontis – perché è caduta nel quindicesimo anniversario della fondazione dell’Ordine ed è stata la decima edizione del premio. Ne è uscita una delle migliori cerimonie di sempre, grazie anche al contorno altamente spettacolare offerto dalle esibizioni del settore Taiko ASI e delle cornamusa scozzesi. Uno spettacolo ammirato ovunque, perché andato in diretta su Truman tv, visibile su internet in tutto il Mondo. Abbiamo nominato 17 nuovi cavalieri, su 70 curriculum arrivati, e 7 Gran Cavalieri che ne avevano diritto”.

Il saluto del Presidente Barbaro nell’edizione del Decennale

Dieci edizioni: quanti candidati avete avuto per ottenere il prestigioso titolo?
“In queste edizioni abbiamo ricevuto oltre 1.500 curriculum: solo il primo anno ne ricevemmo 200! Le persone di sport hanno capito sin da subito il valore di questo titolo e quindi ci tengono ad ottenerlo. Siamo una associazione strutturata e senza fine di lucro, basta pensare che il nostro ordine si autofinanzia, salvo qualche contributo che ci ha dato ASI grazie all’impegno del Presidente Barbaro.
Durante l’anno facciamo convegni, incontri formativi, tutto per amore dello sport e dei valori insiti nello sport”.

Come è nata l’idea del cavalierato?
“Durante una riunione tra dirigenti sportivi, dissi ai colleghi che c’erano tante persone nello sport che si adoperavano, oltre che per il loro ruolo lavorativo, nello sviluppare azioni culturali e sociali ma che non gli veniva mai riconosciuto questo merito. Pensiamo ai tecnici che formano campioni; bene, vengono ricordati per le vittorie, ma se operano anche nel sociale nessuno se lo ricorda. Allora mi venne l’idea di promuovere un premio per dargli il giusto riconoscimento.
Chi opera nello sport in un certo modo, per la sua promozione e per diffondere sani valori e principi, è un cavaliere”.

Dalla Presidenza della Repubblica a Benemerita del CONI
“Fu talmente una buona idea che nel 2010 e 2011 avemmo il patrocinio del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: fu una grande soddisfazione. Oggi il riconoscimento raccoglie sempre più consensi, quindi stiamo lavorando insieme ad ASI per capire come avviare la procedura per essere riconosciuti come Associazione Benemerita dal CONI.
Vorrei sottolineare come il nostro è un titolo vero e proprio assegnato da un ordine riconosciuto, con tanto di commissione tecnica che valuta i parametri necessari, quindi ha un alto valore per chi ne viene insignito”.

La cerimonia di assegnazione del cavalierato è molto particolare. A cosa si ispira?
“Io sono cavaliere di San Giovanni di Gerusalemme, e da qui mi venne l’idea del costume e della fascia verde, che indica speranza, che va indossata fuori la giacca durante la cerimonia. Inoltre i candidati devono seguire le regole di un rigoroso codice etico e di comportamento”.

Ci sono stati grandi personaggi ai quali è stato assegnato il cavalierato?
“Tanti giornalisti famosi, come ad esempio Gian Piero Galeazzi, e tanti campioni dello sport come Vialli, Lombardo, Marotta, Invernizzi, Chiesa, Benvenuti, per citare soltanto i più noti”.

 

Il cerimoniale

Tutti i partecipanti, prima dell’inizio, prestano un giuramento collettivo di fedeltà ai valori del Cavalierato. Durante l’investitura, il cavaliere nominato, seguito dal cerimoniere, indossa la fascia verde (a rappresentare la speranza) con frange dorate (che contrassegnano il premio finale per l’impegno profuso). I cavalieri ricevono il medaglione con l’araldica dell’Ordine e la frase “Pernics corpus mens libera” (mente libera e corpo sano), accompagnato da una pergamena con la motivazione: “Per i grandi meriti conseguiti nell’attività sociale e sportiva”. Ricevono, inoltre, la cravatta verde dell’Ordine, lo scudetto da fissare sul taschino a sinistra della giacca, più il distintivo da mettere sull’occhiello del bavero sinistro della giacca…
Atmosfere dal sapore medievale, cariche di significati araldici per un premio nato nel 2009.
Il premio in questione si chiama “Cavalieri dello Sport”: conferisce onorificenze a quelle figure che gravitano attorno alla figura dell’atleta, più genericamente che fanno parte del mondo sportivo. L’ordine viene assegnato, non solo per i valori tecnici agonistici conseguiti, ma anche per quei valori espressi dai soggetti del mondo dello sport che molte volte operano nell’ombra: dirigenti, insegnanti, tecnici, allenatori, ecc.

I “Cavalieri dello Sport” nascono come Ordine nel 2009, ma lo spirito che ne muove le azioni è antico nel suo essere, come spiega il presidente del comitato provinciale di Genova, Silvestro Demontis: “Come avveniva per i cavalieri del nostro passato, anche nello sport dei tempi moderni, esistono uomini che s’impegnano a favore degli altri, che dedicano il proprio tempo, spesso gratuitamente, alla cultura dello sport, alle realtà associative e iniziative di beneficienza. E pochi riconoscono il valore di quanti soprattutto agiscono dietro le quinte. L’atleta vince la medaglia, gli altri no. In una tavola rotonda tra dirigenti (non possiamo che chiamarla così…), proposi un riconoscimento per tutti questi personaggi e nacque l’Ordine”.

L’araldica dell’Ordine
Fascia, medaglia e pergamena. L’araldica dell’Ordine: Il medaglione che il cerimoniere metterà al collo del nominato con la grafica studiata dal maestro Glauco Pogi, scultore, scrittore e psicologo d’arte oltre che studioso proprio di araldica, correlato da nastro tricolore. Poi, l’attestato della nomina e la fascia verde simbolo dell’Ordine. Il motto costitutivo è “Pernix corpus, mens libera” (corpo agile e mente libera).

 

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